“Seconda stella a destra, questo è il cammino
E poi dritto fino al mattino
Poi la strada la trovi da te
Porta all’isola che non c’è”
[E. Bennato]

Ripeto (dal mio primo post per l’anno scorso): lo sappiamo tutti che la preseason conta un cazzo, infatti non parlerò della preseason, ma delle aspettative sulla season.

Certo, il mercato è ancora aperto e infatti Barella potrebbe andare in Arabia il 20 settembre oppure noi avere Beto in elemosina per non deludere i Pozzo, ma l’andazzo è chiaro: abbiamo perso 4 pezzi pregiatissimi del nostro 13 titolare (Lukaku, Brozo, Onana, Skriniar) e li abbiamo sostituiti con giocatori nel migliore dei casi più giovani e promettenti (Carlos Augusto, Frattesi, Thuram, facciamo pure Bisseck), ma in molti casi con modalità allucinanti e rimestando nell’umido o senza proprio rimestare (in particolare la sostituzione di Skriniar con nessuno e la sequela di resti umani associati al nostro reparto d’attacco per arrivare a prendere proprio il fondo di un bidone di Calcutta sono inqualificabile se non tirando giù tutto il calendario). Per l’ennesimo anno speriamo che ci dica culo con quello che abbiamo messo insieme o che ai nostri avversari dica sfiga, ma di programmazione e investimento nella squadra non se ne vede manco l’ombra, una roba che a confronto Thohir sembrava Peppino Prisco (o meglio io capisco che “i Direttori” stiano cercando di tenere insieme una zattera che affonda, ma è veramente uno spettacolo indegno dell’FC Internazionale con i suoi 115 anni di storia).

Per quanto mi riguarda dopo la stagione travolgente anche se alla fine quasi a bocca asciutta dell’anno scorso ho un solo obiettivo che chiedo alla squadra come tifoso, e il titolo della rubrica lo rende piuttosto esplicito: questo non significa che io pensi che la squadra sia da primo posto in Serie A (penso ci siano davanti sia i gobbi sia il Napoli e se azzeccano tutto anche le merde), ma che come tifoso esigo che tutti in squadra buttino il sangue e l’anima puntando solo a questo obiettivo, nonostante la proprietà indegna e il sabotaggio costante a cui sottopone la nostra passione. Alle volte anche chi non è il migliore sulla carta può riuscire in un’impresa. E la seconda stella (dopo averla buttata nel cesso una ventina di mesi fa) lo sarebbe e sarebbe anche l’unico modo per digerire quanto combinato dalla proprietà in questa estate di cessioni e non sostituzioni o quasi, di barbonate senza precedenti e di soldi incassati che spariscono in un buco nero permanente senza mai vedere la luce della costruzione di una squadra migliore dell’anno prima. D’altronde migliorare lo score di 12 sconfitte stagionali non dovrebbe essere difficile neanche per Scemone (che comunque a priori assolverò da ogni responsabilità generale sulla stagione, ma non da quelle particolari sulle partite) e la banda di scappati di casa che siamo e restiamo.

Ribadisco: non voglio dire che tutte le operazioni siano state una merda, perché non è vero e sono curioso di vedere alcuni dei nuovi all’opera, ma la situazione è grottesca. Siamo i vice campioni d’Europa e sembriamo il mercatino delle pulci, con dirigenti intenti a mendicare qui e la condizioni assurde per spendere praticamente zero: una strategia che per me significa solo che Zhang cerca di ingrossare il malloppo per scappare come un ladro (non una prospettiva così drammatica alla fine) sperando che la barca continui a navigare senza affondare.

Per il resto che cosa vi devo dire? Siamo ancora qui, con le bestemmie in canna ogni partita, ma con il cuore in gola e pronti a ogni coro, alle gioie e ai dolori. Perché essere interisti è così, bello ma faticosissimo. Ma altrimenti che gente saremmo?