Non ho molto da recriminare se non il risultato finale.

Abbiamo fatto la partita che potevamo e dovevamo fare,  e anche le scelte di Inzaghi sono state ragionevoli e ragionate, e alla fine il campo ha dimostrato che avevano senso.

Siamo stati in partita fino all’ultimo minuto, prendendo goal quando uno dei loro che è costato come metà della nostra rosa ha imbroccato un corridoio di 30 cm tra i nostri difensori e il palo di prima, e rischiando più e più volte di pareggiarla (solo l’effetto “finale europea” sui geni di Romelu,  la reattività di Ederson e una certa dose di culo guardiolesco ci hanno tolto l’1-1).

Certo avrei preferito vincere ma ai ragazzi posso solo dire grazie per avermi fatto rivivere l’emozione di una finale.

Ovviamente potremmo parlare dei limiti della squadra soprattutto in attacco (la partita di ieri è un manifesto del perché Lukaku e Lautaro sono ottimi giocatori ma stanno in nerazzurro e non altrove), ma la verità è che l’elemento più deprimente non è aver perso la finale ma sapere di essere in mano a chi non costruirà nulla su questa occasione ma la trasformerà nell’ennesima operazione speculativa sulla pelle dell’Inter e di noi tifosi: se sapessi che sulle cose buone di quest’anno si potessero costruire le fondamenta di un ciclo la vivrei serenamente con la convinzione di avere presto un’altra chance; stante le cose ho assistito per miracolo a una seconda finale e l’ho vista scivolare via. Amaro ma ci sta ed è giusto affrontare questa sconfitta con calma dignità e classe perché non abbiamo demeritato.

Adesso è già testa all’anno prossimo sperando di non essere facili profeti sulle scelte societarie estive. Con il Napoli che non ripeterà la stagione monstre di quest’anno (che in parte assolve inzaghi), il Milan in mano a pioli manager e i gobbi alle prese con i soliti cazzi loro abbiamo un solo obiettivo ed è giusto dichiararlo senza sconti: riprenderci il maltolto di 2 anni fa e mettere la seconda stella sulla maglia. Astenersi perditempo.

Perché alla fine sempre e solo Forza Inter!

Ps poi un giorno parleremo dell’UEFA che organizza una finale in un posto raggiungibile solo in aereo a costi esorbitanti, in uno stadio costruito in pratica in come all’Ararat e  circondato dalle trincee e dalle capre, per arrivare al quale le cose di auto erano lunghe 13 km senza speranza di parcheggio, dove la.visuale era la stessa di un campo sterminato di riso, in una città bellissima ma in cui ci sono 100 sbirri al metro quadro e 50 auto con finti lampeggianti a metro quadro in conflitto tra loro e con le persone non in uniforme, su un campo in cui se facevi una scivolata finivi in un dirupo perdendo una gamba. Masterclass. Ma andate a cagare.