Mai e poi mai avrei pensato di andare allo stadio ad affrontare la scelta tra due buste tipo quiz televisivo il cui contenuto era lo stesso: psicodramma. Abbiamo scelto lo psicodramma B (come Benfica ma soprattutto come serie B terreno naturale dei nostri prossimi avversari in semifinale) e giuro che la banda di stronzi che veste la nostra camiseta non avrei mai e poi mai pensato potesse arrivare a questo traguardo.

La partita e sono tesissimo infatti non so come farò ad affrontare la doppia sfida di maggio senza droghe: la partita però è ordinata e se si eccettua uno Dzeko veramente incommentabile per lo stato della sua artrosi la squadra gira al ritmo giusto senza sbavare troppo. Intendiamoci: siamo sempre i soliti scappati di casa, ma almeno non giriamo come galline sgozzate per il campo. E passiamo addirittura in vantaggio con un golasso di Nick Barella onestamente dominatore di questo step della Champions. Da bravi stronzi che siamo riusciamo a rovinare tutto perdendo una palla assurda a centrocampo e poi lasciando crossare indisturbato un loro giocatore a caso mentre Dumfries va a funghi invece di marcare l’uomo solo in mezzo all’area piccola. Ma 1-1 è come 0-0, quindi a bocce ferme non è cambiato nulla nel mio stato d’ansia.

Rientriamo in campo nel secondo tempo con il solito piglio della vongola verace (Inzaghi penso che non sarebbe capace di motivare manco il suo cane a fare i bisogni in caso di stitichezza) e rischiamo qualche contropiede a caso fino a che non riusciamo a imbucare la corsia nel modo giusto e servire la palla su un piatto d’argento a Lautaro che insacca. 2-1 e partita in discesa. L’umiliazione delle aquile portoghesi (decisamente più forti tecnicamente di noi) si conclude quando il 3-1 nerazzurro viene confezionato da Joaquin sCorrea su assist di Dimarco: se volevate mettere i chiodi nella vostra bara non potevate scegliere un modo migliore. C’è anche da dire che nel frattempo avremmo potuto segnare almeno un altro paio di gol in contropiede, ma si sa che l’azione in velocità non è proprio nelle nostre corde.

La festa viene viziata dai due gol portoghesi quando ormai è tardi (tra l’altro uno a tempo scaduto che l’arbitro ha concesso mentre tutti pensavano fosse finita) ma 3-3 o 3-1 poco cambia (anche al mio giudizio sui nostri stronzi): portoghesi a casa e Inter in semifinale dopo 13 anni, con uno scontro tra cugini che preferivo non rivedere mai più. Tanto di riffa o di raffa psicodramma era e psicodramma sarà: come direbbe quel pirla che gli ha agevolato la semifinale a quegli altri, uomini forti, destini forti. Io non so se sono forte, ma so che non penso di reggere l’urto emotivo di quello che succederà a maggio.