Arriviamo al Metropolitano dove l’Atletico ne ha pareggiate tipo 3 su 30 avendo sprecato troppo all’andata e dovendo quindi evitare in ogni modo di prendere gol. Ci arriviamo troppo osannati in patria e di fronte a un avversario con uno storico molto migliore del nostro negli ultimi anni di Champions League, ma soprattutto entriamo in campo con un inedito (almeno in questi ultimi 2 anni) pannolone, mentre loro sono tutti convinti di portarla a casa, nessuno escluso. E infatti finirà così. E non è un caso.

Nonostante questo la partita si sarebbe pure messa in discesa: nonostante un Dumfries inguardabile che però fa le uniche discese che ci garantiscono superiorità numerica (sbagliato poi tutto lo sbagliabil); nonostante il trio di centrali molto tecnici che ne combinano anche loro parecchie (Bastoni viene addirittura sostituito, De Vrij si perde Depay che non segnava da 6 mesi sul secondo gol, Pavard fa una torta gigante sul primio gol oltre a innumerevoli altre minchiate); nonostante un Dimarco morto senza fiato al 50esimo che però segna il gol che avrebbe dovuto mettere in ghiaccio la qualificazione.

Invece abbiamo preso gol a 2 minuti dal nostro rinforzando la loro convinzione che avrebbero passato il turno. Ho passato tutta la fine del primo tempo a pregare che fischiasse e che negli spogliatoi Limone si inventasse qualcosa, ma al rientro in campo era palese che non c’era niente da inventarsi. Altri 40 minuti chiusi nella nostra metà campo per poi sprecare i 2 contropiedi perfetti che riusciamo a orchestrare sparando sul portiere: tra andata e ritorno ci saremo mangiati 10 gol così, un dettaglio che in CL paghi carissimo. E L’Atletico ci grazia pure al 93esimo sparando alto da 3 metri un gol fatto.

Nei supplementari potremmo portarla a casa ma ci mancano la cattiveria e la tecnica per farlo: quando arrivano i rigori non c’è dubbio su come finirà. Loro hanno tutta gente estremamente tecnica sul dischetto, noi gente che sbaglia palloni da mezzo metro: basta guardare le facce di Sanchez e Klasseen (assurdo metterlo in campo per i rigori conoscendolo) per sapere che sbaglieranno, e l’errore macroscopico di Lautaro è solo l’ultimo chiodo nella bara.

Sui 210 minuti hanno meritato loro senza se e senza ma: facciamoci sto bagno di umiltà e studiamocelo per bene in vista dell’anno prossimo. La stagione per me si giudica sul campionato quindi la Champions era un bel sogno in cui andare avanti il più possibile senza tante aspettative. Certo, mentirei se dicessi che non ci speravo e che non sono incazzato come una iena, ma è da ieri sera che il karma mi lancia segnali e tanto per cambiare non erano per niente casuali (il segnale peggiore l’inquadratura per Paolillo dopo il nostro gol, sapevo che ci avrebbe tirato una vagonata di merda nel ventilatore del destino). Rimane molto amaro in bocca perché squagliarsi così sul più bello non sapendo capitalizzare i dettagli è proprio la certificazione della tanta strada ancora da fare sia per i giocatori sia per l’allenatore. Ma si sa, la Champions è la competizione dei dettagli e quindi non c’è nulla da eccepire.

PS a margine: ieri sera dimostra ampiamente che quello dell’anno scorso è stato un vero miracolo in cui tutto è andato per il verso giusto (tranne in finale purtroppo) e che la nostra rosa è competitiva in Italia (ma non così superiore come si vuol far credere), mentre in Europa i titolari sono adeguati a vincere qualche battaglia, ma complessivamente fuori gara (basta guardare chi è entrato da loro e chi da noi)

PPS statistico: ogni volta che ci capita una spagnola in Europa dovremmo bestemmiare; non solo noi ma qualunque squadra italiana, perché le statistiche ESP vs ITA in competizioni a eliminazione diretta europee sono senza senso, una vera e propria anomalia statistica. Speravo di essere l’eccezione, e invece… Stocazzo.