Partita che vale molto di più dei 3 punti in palio che ci troviamo ad affrontare senza 2/3 del centrocampo titolare e con la pressione dell’ambiente addosso dopo le polemiche create ad arte sugli episodi delle nostre partite (mentre quelli dei nostri avversari vengono spesso derubricati a “fatti del calcio”). Scemone decide di giocarsela lasciando giustamente il pallino del gioco alla viola per poi colpire in contropiede orchestrato: il tutto sarebbe anche un piano perfetto se riuscissimo a capitalizzare tutto quello che creiamo nei primi 45 minuti. Purtroppo Carlos si mangia un gol solo da spingere in porta (ok disturbato da Faraoni, ma biopane sei a 1 metro dalla linea di porta) e un altro in cui decide di provare l’appoggio in mezzo all’area piccola anziché spaccare la porta; Thuram purtroppo incespica mentre è auto-lanciato in una azione alla Adriano dei bei tempi; Lautaro si trova i palloni migliori sbagliando un mezzo controllo o quando è esausto. Insomma: al posto di finire 3-0 finiamo solo 1-0 grazie a una girata perfetta sul primo palo del Toro, ma è poco margine, troppo poco margine. Margine che rimane quello grazie a una paratissima di Sommer su quella merda rossonera vestita di viola di Jack Bonaventura. E lo sappiamo tutti.

Rientriamo nel secondo tempo normali anziché molli come al solito, ma i nostri rincalzi sono solo moderatamente sufficienti a reggere una partita del genere: Frattesi fa il suo (buttarsi dentro sempre e comunque) ma in costruzione è nullo, Enrichetto gioca per 3, Asllani svolge giusto il compitino, ma onestamente in una partita in cui si gioca tutte le sue chance è poco e si capisce perché Scemone non lo fa giocare mai (lento, macchinoso, zero visione di gioco, ma almeno non prova a fare il fenomeno e soprattutto nel finale si mette in trincea). La viola alza il ritmo, ma la difesa regge di tenacia e determinazione, e nel nostro momento di maggiore difficoltà ecco l’invenzione dell’AIA: il portiere esce, colpisce il pallone con il pugno, e poi il giocatore viola; in tutto il mondo è giocata regolare, tranne in Italia contro di noi. Per fortuna Italiano anziché dare la palla a Jack che di solito ci sfonda sempre, lascia il rigore a Nico Gonzales (gran giocatore, intendiamoci, però senza la garra contro di noi della merdaccia) che la passa a Sommer evitandoci l’amaro calice del pareggio.

Se giocassimo in 11 gli ultimi minuti la vivrei tranquillo, mentre purtroppo giochiamo in 9: Sanchez e Arnautovic sono talmente inutili che per trovare un metro di paragone devo ritornare ai tempi di Kerlon Foquinha. Soffriamo come cani, difendendo come degli unni, senza fronzoli e senza manfrine, in un pogo che dura gli ultimi 5 minuti nella nostra area. A me viene l’esaurimento ma ai nostri non tremano le gambe: Heavy Metal duro e puro.