Già parto con l’idea che sarà una partita durissima, poi mentre sto su un bus che mi porta a un aeroporto con la rete che non prende, 3 zaini, deliri di ogni tipo, vedo che viene giù un’acqua che il Signore (con cui non ho proprio un rapporto cordiale si sa) la manda. E capisco che sarà una partita in cui rischiamo morti e feriti, fisici e sportivi.

Per fortuna almeno all’inizio anche i bergamaschi hanno paura di farsi male e non affondano gli interventi, ma nonostante questo riescono a spaccarci Pavardo (anche con una bella dose di sfiga, c’è da dirlo): karma is a bitch though, e infatti il sostituto di Pavardo, tale Matteo da Legnano si procura con grande sapienza un rigore che il turco trasforma secco. Vantaggio e partita che cambia volto: gli atalantini attaccano, ma rischiano di brutto di prenderne altri. In compenso uccidono pure Barella (ovviamente sempre per errore, eh, però 2 indizi fanno una prova di stronzaggine).

Il primo tempo finisce così purtroppo anche se meriteremmo miglior sorte, soprattutto io perché il secondo tempo lo vedo 10 secondi sì e 25 minuti no. Nello sprazzo dei 10 secondi sì faccio in tempo a vedere un golasso di Lautaro da vero bomber che finalmente tira dal limite dell’area senza paura e senza pensieri. Poi buio totale (mio eh!) durante il quale prendiamo un gol da deficienti (Dimarco raso al suolo con Sozza che se ne fotte ma Sommer e Matteo abbastanza colpevoli tra marcatura e palla sotto il braccio), cosa che però scopro solo col senno di poi (e la differita della partita). In un altro sprazzo riesco a vedere una doppia paratissima di Sommer (che si riscatta dal gol) e poi passo i minuti a pregare che mi torni vivo lo stream o che mi arrivi la notifica della fine della partita.

Arriva prima la seconda cosa della prima e tiro un sospiro di sollievo adattandomi a rivedermi con calma il secondo tempo felice per il risultato che ci porta 3 punti pesantissimi (non solo per il campo su cui è maturato, ma anche per come è maturato).