Partita decisiva proprio all’inizio di un mese di fuoco, partita che o si sbaglia o no, partita che bisognava portare a casa volenti o nolenti, con le unghie e a denti stretti. E così è stato.

In campo vanno diverse seconde linee (per così dire dato che fanno parte dei 13-14 giocatori di movimento di fatto intercambiabili per Scemone, a parte El Viejo) e quasi tutte sottoperformano: si salva giusto Carlos Augusto e El Viejo, ma solo perché al primo pallone toccato non si sa bene neanche come la mette all’incrocio sfruttando un velo del tutto involontario di Frattesi (che per il resto fatica parecchio a svolgere un ruolo più votato alla difesa che all’inserimento).

Per il resto il primo tempo è una sequela abbastanza regolare di imbucate al centro scavalcando il centrocampo con lancio lungo degli austriaci che hanno sempre la palla incollata ai piedi. Noi proviamo a tenere basso il ritmo e giocarcela in contropiede quando possibile (anche se farlo con Lautaro mezzo morto e un cileno spompo di fronte a gente che corre sul serio è un po’ ironico).

In ogni caso andiamo a riposo in vantaggio senza averlo minimamente meritato, ma portando a casa il massimo. Sarebbe il caso di non rientrare dagli spogliatoi nel solito modo. Scemone però ha un momento dei suoi e siccome l’armeno è già ammonito manda in campo Barella che riuscirà a giocarsi la palma del peggiore in campo con un Denzel che ne azzecca solo una in 65 minuti giocati (clamoroso). Nick non è in fase e si vede: a centrocampo giriamo abbastanza a vuoto con l’eccezione di Hakan che domina in lungo e in largo.

All’ennesima imbucata (che Scemone in 60 minuti non ha capito come limitare) pigliamo un gol assurdo tipo Subbuteo e temo la frana psicologica: invece lo stadio tiene su i ragazzi e proviamo a rimetterla in carreggiata riuscendoci con un rigore perfetto del turco e con un terzo gol bellissimo con azione tutta di prima annullato per fuorigioco.

Gli ultimi 15 minuti sono un susseguirsi senza senso di azioni quasi perfette in cui sbagliamo il penultimo passaggio (2 volte Lautaro, 2 volte Barella di cui una mi stanno ancora sanguinando gli occhi come penso anche a Tikus che sarebbe andato dritto dentro la porta) e momenti di terrore in cui la spazziamo alla viva il parroco in ogni zona del campo. Smutandata colossale che però si conclude con una vittoria pesantissima e sofferta, ma che per questo vale ancora di più. A denti stretti.