Giochiamo dopo aver visto i cugini vincere l’ennesima partita senza sapere come (anzi affidandosi alle papere e ai regali di difensori e portieri avversari che contro altri avversari invece fanno miracoli), sul campo di una delle squadre più in forma del momento, senza uno dei tre centrocampisti inamovibili. Ci sono tutti gli ingredienti per chiudere la questione campionato in senso negativo, ma la squadra mi sorprende con un approccio corretto al match, ma in tutto e per tutto simile a quello della partita di mercoledì.

Anche in questo caso governiamo gioco e occasioni arrivando a segnare con Perisic nella prima parte del primo tempo. Continuiamo a giocare ma non affondiamo. Al contrario di mercoledì per fortuna l’Udinese e il VAR ci regalano un rigorino che Lautaro fa di tutto per sbagliare ma tra palo e portiere riescono a farcelo segnare comunque. Chiaramente il margine di errore sul 2-0 è molto maggiore ed è quello che ci ha condannato contro i felsinei pochi giorni fa.

Ma l’approccio molle come la merda si conferma: sbagliamo nell’ordine due contropiedi 3  vs 2 perché non appoggiamo la palla al giocatore libero, Dzeko si mangia un gol solo davanti al portiere scartandosi da solo, Correa e Vidal (peggiore in campo per distacco nonostante i pochi minuti giocati) riescono a sbagliare un contropiede 2 vs 0 dandosi la palla in fuorigioco, una roba al limite della richiesta al UONPIA per accompagnamento.

A furia di provarci riusciamo a farci infilare il fico da Pussetto (un altro che ci timbra sempre) e passiamo 16 minuti di passione grazie alle palle perse dai cileni, alla demenza senile di Vecino e alla scarsezza di Correa. Per fortuna riusciamo a non farci rimontare di nuovo diventando così campioni mondiali di punti buttati nel cesso.

Alla fine riusciremo nell’impresa di perdere un campionato con il miglior attacco e la miglior difesa (penso mai accaduto nella storia della serie A), cosa che in sé considerando che abbiamo giocato tutto l’anno senza attaccanti e senza portiere ha dell’incredibile (e sarà l’elemento di accusa più pesante verso società e dirigenza). Per di più contro un pallone gonfiato come il neo-prete di prandelliana memoria Pioli. D’altronde i cugini continuano a vincere senza sapere come e hanno all’attivo almeno una decina di partite in cui hanno incassato punti immeritatamente (a fronte di un paio dove ce li hanno lasciati e di fiumi di lacrime e piagnistei indecorosi), mentre noi abbiamo fatto per tutto l’anno il contrario (Lazio, doppio derby, Juve andata, Atalanta, Genoa, Sassuolo, Bologna per citare le più clamorose, a fronte di partite come quella con Venezia o Torino o Juve al ritorno in cui abbiamo raccolto più di quanto meritato).

La verità è che ci siamo svegliati troppo tardi e che abbiamo fatto troppo poco (e basta rileggere il girone di ritorno a mente fredda per rendersene conto). E questo sarà un grandissimo rammarico perché nonostante le previsioni iniziali avevamo le chiavi della seconda stella nelle nostre mani. Bioparco.