Signori e signore, abbiamo la classifica ufficiale tra i perdenti che si battagliavano il campionato 2021-2022: medaglia d’oro per Duciano Spalletti che con la rosa migliore esce dalla lotta per il titolo a un mese e mezzo dalla fine; medaglia d’argento, meritatissima, per Limone Inzaghi che campione d’inverno riesce a sperperare il vantaggio facendo 7 punti in 2 mesi e sbagliando la preparazione invernale, per poi vanificare tutto nel temutissimo recupero con il Bologna già in vacanza. Complimenti. Siete dei cani malati maledetti e non riuscirete mai a capire quanto cazzo vi odio. 

E dire che la partita – come altre quest’anno – l’avevamo messa dritta da subito con un bellissimo gol di Perisic. Il Bologna faceva finta di giocare e potevamo tranquillamente farne altri 2 o 3. Ma abbiamo voluto specchiarci, vanesi e narcisi come solo i più cretini sanno essere, e così riusciamo a prendere gol dall’ex inviperito con un cross da 50 metri e Di Marco (sarà fidanzato con Limone?) che gioca l’ennesima partita venendo usato come tavolino da Arnautovic per insaccare. Ma non siamo contenti.

Così lasciamo in campo Correa che non ne fa una giusta e Di Marco per 70 minuti: non solo nel secondo tempo dell’arrembaggio per cercare di vincere il titolo lui è l’autore dei soli 4 tiri in porta tra il 45esimo e la sua uscita dal campo. Ovviamente se lui è lì a tirare, chi cazzo sta in difesa? Brozo che così non può fare il suo ruolo. I danni peggio della grandine eppure sempre lì, sempre titolarissimo. Chiariamoci, non ce l’ho con Federico, cuore nerazzurro, ma con chi deve scegliere gli uomini da schierare e che non impara mai.

Ma un pareggio ci lasciava delle speranze e apprezzo che Limone abbia per una volta provato a vincerla con tre punte, se non che siamo l’unica squadra che come primo portiere ha un malato terminale di rara malattia neurodegenerativa e come secondo portiere uno che hanno schifato sui campi di mezzo mondo e che riesce nell’impresa di segnarsi da soli. Ai milanisti i difensori della Lazio aiutano servendo il gol, noi invece ci autoinfliggiamo la sconfitta per essere sicuri di non avere speranze. Capolavoro di odio. E d’altronde a noi piace sempre fare le cose in grande in termini di melodramma, sennò non saremmo l’Inter.

L’assalto finale di 10 minuti con palle buttate lì e salvate sulla linea o quasi è tutto fumo negli occhi. Questa partita poteva e doveva essere vinta già dopo 30 minuti. E a questo punto è assolutamente giusto che lo scudetto lo vinca qualcuno che non si caga sotto a un metro dal traguardo. Prendete i vostri pannoloni e andatevene affanculo. Perché voi passate, mentre noi e l’Inter resta, ma questo non potete capirlo.