La Fiorentina di Italiano dall’inizio del campionato la considero una squadra che scasserà le palle a tutto il resto della serie A soprattutto al Franchi, soprattutto a inizio campionato, e probabilmente la settima incomoda nella corsa ai posti Champions. Manco a dirlo la incontriamo lanciatissima mentre noi arriviamo già acciaccati e con la formazione praticamente obbligata (incluse le quote per la 104 e la riserva INPS).

Il copione del match non tarda a confermarsi con i viola che corrono come pazzi, sono primi su ogni pallone e disputano un primo tempo che potrebbe agilmente finire con 4 o 5 goal loro, ma che si conclude con un misero 1-0 peraltro segnato grazie all’aiutino di uno degli arbitri più scarsi della penisola che non fischia il fallo all’inizio dell’azione che porterà al meritato vantaggio toscano. Nonostante le molteplici occasioni (e almeno due parate decisive del diversamente portiere su Vlahovic e Biraghi) non bisogna però dimenticare che a noi viene annullato un gol per fuorigioco centimetrico, quasi segnamo su punizione e Fabbri riesce a non fischiare un fallo di mano di Biro al limitedell’area che ha qualcosa di incredibile. La gestione arbitrale è molto discutibile e il secondo tempo ne sarà la prova con cartellini utilizzati abbastanza a caso.

Per fortuna entra in gioco una delle grandi regole degli odiatori di professione tra i tifosi interisti: i giocatori su cui ti accanisci di più bestemmiando cieco e sordo al centro della sala o della tribuna, sono quelli che risolvono la partita. Matteo Darmian, cuore rossonero travestito di nerazzurro (o viceversa?), mette a segno l’ennesimo gol pesantissimo e la riporta in parità, ma sono Calhaoglu (un fantasma molle come un fico fino a quel punto) e Dzeko (immobile in stile Viejo Mapuche) che la ribaltano. E il terzo gol nel finale di Perisic (altro che ha sbagliato tutti i palloni per 75 minuti buoni) conferma la tradizione.

C’è da dire che il secondo tempo giochiamo molto più quadrati soffrendo le loro ripartenze e la loro maggiore “gioventù” ma sprecando anche occasioni incredibili che avrebbero fatto sanguinare il cuore di Maria se la partita non fosse finita con i 3 punti in saccoccia. Anche dopo il secondo gol sprechiamo più e più volte il colpo del KO in particolare con Lautaro che si mangia un cioccolatino solo da spingere in porta e Sanchez che solo con il portiere a mezz’area non riesce a inquadrare non tanto la porta, ma proprio lo stadio.

La partita è un esempio perfetto di cinismo (nel senso più puro e filosofico del termine): zero moralismi e zero rimorsi, puniamo duramente una Fiorentina molto in forma, ma nel calcio contano i goal. È anche giusto menzionare un Cavallo Pazzo Dumfries che scala la classifica degli uomini-schema soprattutto a squadre stanche, e un duo di centrocampo Barella-Brozovic che non dovrebbe mai uscire dal rettangolo verde. Allo stesso tempo la drammatica distanza tra molte riserve e i titolari è drammatica e non so quante volte riusciremo a rimettere in piedi un match come stasera resistendo alla furia avversaria 60 minuti per poi punire. Per ora godiamoci sti 3 punti e dedichiamoli a un uomo di fango uscito disperato dal Franchi: Commisso. Leggi il labbiale, grazie.