Sulla formazione iniziale c’è poco da menare il torrone ché ormai praticamente tra un po’ dobbiamo mettere in campo i cinesini dell’alleamento (peraltro nel caso di alcuni il dinamismo sarebbe lo stesso), anche se la fascia Candreva-Skriniar-Gagliardini è un vortice che assomiglia grosso modo allo scarico del cesso quando tiri l’acqua (contenuti solidi inclusi). Infatti tempo 1 minuto e 40 secondi e fanno già una torta di un certo livello: vuoi negarti il brivido di una partita tutta in salita dopo aver buttato via il match precedente con annesse polemiche? Sia mai.

Che la situazione sia di totale confusione lo dimostra il fatto che non facciamo paura nemmeno a un riccio fermo in mezzo all’autostrada e l’Hellas ci rulla di cartoni come in una famosa canzone degli Skiantos. Per fortuna fanno veramente cagare e non riescono a capitalizzare la loro superiorità calcistica (già il fatto che io possa scrivere una roba del genere dovrebbe essere sufficiente a licenziare per giusta causa staff tecnico, dirigenza sportiva e tutti i calciatori).

Rientriamo in campo e come da manuale uno di quelli che ha ricevuto il maggior numero di bestemmie non avendo MAI coperto in difesa, ovvero il belloccio Cadrega, imbrocca la ribattuta giusta dimostrando tra l’altro quanto faccia schifo Gagliardini (che ha ciccato due palloni nei precedenti match molto più facili di quello del pareggio odierno). Subito dopo un suo cross sapido viene deviato di petto nella propria porta da cuore-nerazzurro-Di Marco. Grazie Fede!

E qui sale in cattedra quel coglione dell’odiato mister. La squadra è sulle gambe. Anche i commentatori del salkatsistan sanno che ne abbiamo per 65 minuti massimo. Ma ovviamente niente cambi. Il Verona invece li fa, con dei ragazzini ma li fa, e infatti iniziano a metterci sotto. Finalmente l’odiato mister si sveglia e mette Vecino per Brozo che si distinguerà per non fare un cazzo per tutti i minuti in cui calca il terreno di gioco (e così siamo 10 vs 11). Poi imprevedibilmente azzecca una mossa mettendo Lautaro per un esausto Lukaku: proprio Lautaro ha sui piedi il contropiede che potrebbe chiudere la partita, ma evidentemente decide che deve provarle tutte per scappare da San Siro, così al posto di appoggiarla facile a Sanchez nel 2 vs 1 che si crea, si infila in un tunnel e la spara sul portiere. Tutti gli interisti sanno a questo punto come finirà.

Borja ormai da venti minuti ha le visioni, ma piuttosto di far entrare Eriksen l’odiato mister in versione bambino dell’asilo si taglia un braccio e aspetta che glielo riportino in panchina con il carro funebre. Infatti sull’ennesima azione dell’Hellas, lo spagnolo non ce la fa (riguardate le immagini e gustatevi la mossa sconsolata con cui con il corpo prova a muoversi mentre le gambe gli dicono “ma dove cazzo vuoi andare?”) a tornare in copertura quei 5 metri e Miguel Veloso (peraltro anche lui ottuagenario) infila la palla del meritatissimo pareggio scaligero. A questo punto finalmente, quando non serve più a un cazzo, l’odiato mister mette il Biondo che entra con la voglia che chiunque avrebbe nella sua posizione, cioè nessuna. Se non è stato confusionale generalizzato questo, significa che quacuno è marcio e ci marcia. E considerato che parliamo cmq di un personaggio disgustoso non capisco come interisti di lunga data non abbiano il mio stesso dubbio.