Diciamoci la verità, se sei un vero interista con due gol di scarto in vantaggio stai ancora cacato. Con tre inizi a intravedere un barlume di tranquillità ma non ti fidi. Solo dai quattro gol di scarto in su ti godi la partita senza patemi. Possibilmente se non sai al 15esimo del primo tempo. Quattro è un bel numero, nonostante sia pari, ma in Oriente è il numero associato alla morte e quindi porta una rogna che il 17 nostrano levati proprio.

Tutti noi ci aspettavamo di giocare con il centrocampo a 0, considerato che il centrocampista inesistente è per l’appunto inesistente e quindi non può essere computato, è l’elemento neutro dell’addizione, per così dire. Invece Conte riesce a recuperare Sensi per la panchina e a buttare nella mischia Gagliardini sa la madonna con quale intruglio chimico farmacologico: d’altronde se anche solo ci fosse servito oggi e poi marcisse in un reparto ospedaliero per le conseguenze per i prossimi 3 mesi chi tra i tifosi sani di mente ne sentirebbe la mancanza?

Quattro infatti è anche il numero di partite consecutive giocate da Borja Valero: non ne giocava tante di fila dai tempi della primavera del Real Madrid, e oggi quando all’80esimo si lanciava a pressare gli avversari a tutto campo ho seriamente temuto per la sua sopravvivenza, preparandomi a dargli l’estrema unzione sul manto erboso più amato dai tifosi della Beneamata.

Oggi prestazione collettiva buona anche se un po’ sprecona come al solito contro una squadra che rischia seriamente la retrocessione a meno di quattro miracoli: trovare tre squadre più scarse e batterle tutte almeno una volta nel girone di ritorno. La partita si mette abbastanza sui binari giusti da subito, ma ci deve pensare Lukakone di testa a sbloccarla e due minuti dopo Gagliardini a segnare contro la sua vittima preferita (altro miracolo del numero quattro). Il resto è sostanziale accademia.

Quando nel secondo tempo Gagliardini (ancora lui!) si procura un rigore nettissimo e Lukaku prende la palla tutto lo stadio invoca a gran voce Sebastiano Esposito. Quando Lukaku gli consegna il pallone esplode la standing ovation per non parlare di quando la palla si infila in fondo al sacco e il ragazzino esulta come un indemoniato. Quel ragazzino siamo tutti noi, quello che ognuno di noi da piccolo avrebbe voluto essere. Gioia pura.

Dopo pochi minuti e qualche errore incredibile Lukakone si inventa un gol da cineteca nel sette per coronare la serata dei quattro, come le pere rifilate ai rossoblu in questa serata serena per una volta. Lemme lemme arriviamo al novantesimo e non devo neanche più bestemmiare, anche se Lazaro ci prova in tutti modi a farmi incazzare anche in una serata così.

Quattro gol quattro e tutti a casa. Ma sono i chinai che odieranno più di tutti il quattro perché a questo punto non possono sottrarsi e devono guizzare il nogra e prendere almeno due cazzo di giocatori di livello, meglio quattro, anche se secondo loro porta rogna.