Se mi avessero detto 2 settimane fa – ma anche dopo il sorteggio – che avremmo fatto 4 punti con il Barça avrei chiesto il TSO per il mio interlocutore. Invece i nostri eroi sfoderano due prestazioni monstre e strappano quasi 6 punti a una squadra nettamente più forte, ma troppo vanitosa e che soprattutto è riuscita a sorpassare a destra quanto ad antipatia e antisportività gli odiati merengues.

Partiamo con la formazione tipo e piuttosto concentrati, con la solita sfiga manchiamo di un soffio il gol con un gran tocco del Cigno Artritico sotto porta che finisce sulla traversa e poi anziché andare sulla schiena di Ter Stegen (cosa che ovviamente sarebbe successa se fossimo dell’altra sponda del Naviglio) rimbalza sulla linea ed esce. Il resto del primo tempo nonostante il predominio in termini di possesso palla e occupazione del campo blaugrana non è così favorevole ai culé come vorrebbero far sembrare: il loro gol nasce da una incredibile minchiata di Dimarco che pur dovendo coprire 50 centimetri di campo riesce a farsi bere dal migliore in campo dei catalani che serve una palla tesa perfetta per consentirci la solita resurrezione nerazzurra (Dembelé non segnava dai tempi di Matusalemme in Champions). Il primo tempo lo passo a bestemmiare contro Barella e Lautaro che praticamente ci fanno giocare in 9, e lo dico per confermare la legge della bestemmia che li trasformerà nei quasi migliori in campo nel secondo tempo nonché fautori di 2 gol pazzeschi che quasi ci davano i 3 punti al Camp Nou.

Onestamente mi sarei aspettato un secondo tempo con la testa infilata nel deretano e una pioggia di gol, mentre la difesa blaugrana si dimostra un colabrodo e viene punita da Barella con un controllo e tiro al volo pazzesco seguito da un controllo e tiro-palo-palo-gol del Toro da antologia (anche se ovviamente stavo già bestemmiando tutti i santi in paradiso pensando che la palla sarebbe uscita). A questo punto mi rendo conto che può succedere di tutto, ma improvvisamente la squadra rincula e Inzaghi tenta la masterclass buttando dentro terzini a caso come non ci fosse un domani, pervaso e infuso dello spirito di Piero direttamente dalla tribuna.

Come era scritto prendiamo un secondo gol da Lewandoski (giocatore incredibile, ma gollonzo di culo, va detto) e di nuovo temo l’imbarcata, ma di nuovo inaspettatamente Onana innesca un contropiede fatidico per Lautaro che appoggia perfetto per Gosens che sfonda la porta: 2-3 all’89esimo. Fossimo una squadra normale non avrei avuto dubbi sull’esito finale, ma noi non siamo normali. Il Barça si butta dentro a testa bassa, noi siamo in apnea e non riusciamo manco a rinviare, riuscendo finalmente a far esibire Lewandoski nel suo pezzo di bravura: il colpo di testa solo in area.

Io prego solo che vivano in bandierina per 5-6 minuti che restano di partita, ma incredibilmente potremmo fare il quarto gol, facile facile, grazie a un recupero palla pazzesco servito su un piatto d’argento ad Asllani: io ho promesso che non me la sarei presa con lui, perché è giovane e merita tempo, ma BIOPANE lì davanti devi spaccare la porta o appoggiarla all’armeno solo a mezzo metro da te per portare a casa i treppunti. Tertium non datur, mortacci tua.

A bocce ferme avrei firmato per il pari dopo la vittoria a San Siro. Ma a caldo dopo 100 minuti così sono incazzato come un lupo per i 2 punti buttati nel cesso, ma soprattutto perché queste due partite dimostrano che i nostri eroi sono dei mastodontici pezzi di merda che giocano solo quando vogliono loro. Speriamo si rendano conto di quello che hanno sprecato l’anno scorso e quest’anno, brutti maledetti. Vi odio, poi vi amo, poi vi odio, sapevatelo.