Se c’è una partita per cui il titolo della rubrica è perfetto è quella contro i gobbi: rappresentano ciò che più odio e combatto in tutto e per tutto, economicamente, politicamente, umanamente, socialmente, eticamente, moralmente e – ça va sans dire – sportivamente. Il giorno che per un qualsivoglia motivo i bianconeri verranno espunti della Galassia diventerà per me festa universale.

La partita comincia tutto sommato meglio di quanto mi aspettassi: noi giochiamo ordinati e i gobbi non combinano un cazzo di niente. Anzi si fanno infilare da un tiro incredibile di Calhanoglu che si stampa sull’incrocio e torna proprio sul piede di Dzeko che non si fa pregare e insacca. Forse troppo presto considerate le nostre caratteristiche – penso – ma quando i gobbi prendono gol è sempre festa grande a San Siro (anche festa grande dell’insulto al vicino di seggiolino che non si sa come mai nel 95% dei casi è un infiltrato bianconero di merda).

Il resto del primo tempo segue il medesimo spartito, ma purtroppo Dzeko e Perisic sprecano malamente le due occasioni migliori per raddoppiare. Il resto della squadra fa più o meno il suo, con tutti i limiti del caso: quelli più in difficoltà mi paiono Skriniar (che sente troppo la partita) e Bastoni (che ultimamente non ce la fa). Il peggiore in campo per me rimane però Miccia Corta Lautaro al punto che quando viene sostituito al 72esimo da Sanchez  con il girello non si nota la differenza.

D’altronde chi dobbiamo ringraziare se non la munifica proprietà per giocarci così le nostre chance, con partite sparagnine in cui per segnare dobbiamo chiamare l’INPS? I cambi del secondo tempo sono un giudizio impietoso sulla differenza di valori in campo: loro fanno entrare Dybala e Chiesa, noi Sanchez e Gagliardini. Mi strapperei gli occhi dalle orbite.

Insieme a Sanchez al 72esimo entra Cavallo Pazzo per un esausto Perisic (comunque uno dei migliori in campo nonostante gli errori di rifinitura che ci hanno impedito di raddoppiare): una scelta miope che Limone pagherà carissima e grave errore. In una partita in cui stai difendendo a denti stretti il risultato ormai da 30 minuti abbondanti non puoi mai mettere uno che l’unica cosa che sa fare è correre in campo aperto. Metti Mimmo, metti chi cazzo vuoi tu ma non alterare la natura difensiva del gioco che hai sviluppato fino a quel momento.

Non è un caso che è dalla sua parte che due volte scappa l’uomo in piena area di rigore e non è un caso che sia lui protagonista dell’episodio che decide il risultato del match. Certo all’errore di Limone si somma l’errore in malafede di sistema (bianconero): sono mesi che ci spiegano che se l’arbitro vede chiaramente un contatto e lo giudica non punibile il VAR non può intervenire; dovevamo aspettare la partita in cui ai gobbi serve rivedere un episodio per assistere a un’inversione di 180 gradi del protocollo. E come poteva essere diversamente? Rigore con il VAR nonostante tutto e pareggio immeritato dei gobbi.

Così in 5 anni assistiamo al passaggio del VAR da uno strumento che aveva messo in crisi il dominio bianconero a uno strumento al servizio dei loro comodi, in cui il protocollo viene adattato partita per partita a quello che serve a loro. Niente di nuovo considerata la sussidiarietà dell’AIA alle necessità di casa Agnelli, anche se questo non mi esime dal farmi venire l’ulcera ogni volta. Chi ama il calcio odia i gobbi.