IL TIFOSO

Quando ho visto fare quelle giocate da fuoriclasse a Nainggolan mi sono detto: ma da quanto non abbiamo un giocatore in grado di fare tutto questo?
Forse la spiegazione di Inter-Roma
sta tutta qui. Forse.
Sprofondato nel divano, ieri sera ho assistito a una supremazia tecnica e tattica che ci ha fatto capire che se vogliamo tornare a competere per i primi posti la strada è ancora molto lunga.
Abbiamo giocato molto più impauriti persino rispetto alla partita allo Juventus Stadium.
Imbarazzante il fatto che la Roma si cercasse e trovasse a memoria, mentre tanti dei nostri girovagavano per il campo arrivando quasi sempre secondi sulla palla.
E poi perché stravolgere formazione? Basta la sola assenza di Miranda per spiegare queste scelte?

Ecco perché non credo al terzo posto: fossimo davvero maturi per affrontare questa sfida ieri avremmo gettato il cuore oltre l’ostacolo per approfittare della sconfitta del Napoli e invece è andata come peggio non poteva, sono venuti fuori tutti i nostri limiti tecnici e anche caratteriali.
Dobbiamo acquistare almeno 3-4 campioni e valutare la disponibilità di un allenatore che sappia tirare fuori il massimo dai nostri lottando anche se più deboli rispetto alla concorrenza.
Nel frattempo il mio timore di fare una grande corsa, tanti punti per poi ritrovarsi a lottare per il preliminare di Europa League è sempre più presente. (AngelOne)

L’ARBITRO

Molteplici gli episodi incriminati e le curiosità fornite dalla partita:

  • Perisic al 6° minuto si alza il pallone per passarlo ad Handanovic e permettergli di prenderlo con le mani: decisione sacrosanta di Tagliavento che dà calcio di punizione indiretto e lo ammonisce. Il regolamento infatti prevede che deve essere ammonito chi “usa intenzionalmente un espediente per passare il pallone (…) al proprio portiere con la testa, il torace, il ginocchio, ecc. con lo scopo di aggirare la Regola”; la cosa allucinante è che in una società come l’Inter non ci sia nessuno (e mi sembra lampante) che spieghi il regolamento ai calciatori;
  • Fallo di mano di Bruno Peres al 32° al limite della nostra area, Tagliavento dà il vantaggio con ampi gesti ma Medel evidentemente preferisce il calcio di punizione e ferma il pallone con le mani per battere. A quel punto giustamente l’arbitro fa ripetere perché deve quantomeno fischiare. Giusto non ammonire Medel, che viene trattato come chi subisce fallo e si ferma perché non vuole il vantaggio e preferisce il calcio di punizione. Sulla scelta del cileno stendiamo un velo pietoso…
  • 56°, raddoppio della Roma: l’azione è viziata da una spintarella “furbetta” di Nainggolan a Gagliardini non sanzionata dall’arbitro, che non la vede in quanto girato (stava guardando in area, probabilmente c’era qualcuno troppo nervoso); Tagliavento non ha alcun aiuto dai suoi collaboratori, poteva comunque intuire il fallo? Forse sì, ma a sua discolpa va detto che la spinta è leggera e Gagliardini sembrava comunque saltato fuori tempo, non so se sarebbe riuscito a intervenire sul pallone. Di certo è la tipica situazione in cui ogni decisione farebbe discutere, di solito si tende a privilegiare la squadra che difende, ma tant’è…
  • 73°, rigore su Eder, situazione molto simile a quella che ha visto coinvolto lo stesso Eder a Bologna, nell’area opposta: Strootman vuole calciare il pallone ma calcia la gamba del brasiliano. Tagliavento viene forse ingannato dalla traiettoria del pallone, purtroppo l’addizionale è dall’altro lato e non lo può aiutare, vista la tonnara presente in area;
  • 84°, rigore per la Roma: Medel decide di coronare la prestazione con un’entrata sconsiderata su Dzeko. Il rigore è sacrosanto, strano il cileno non venga anche ammonito in realtà. Il bosniaco aveva arato D’Ambrosio prima del contrasto con Medel, ma il fatto che il terzino campano non protesti conferma che il contrasto è stato regolare e il mismatch fisico in favore di Dzeko si è rivelato decisivo.

In conclusione, nonostante la superiorità mostrata dalla Roma a tutto campo, gli episodi sono ahinoi stati decisivi ancora una volta, probabilmente avremmo perso comunque ma sarebbe bello, per una volta, provare l’ebbrezza di un rigore a favore o di una decisione a noi favorevole in una situazione dubbia. (Pollofifo)

IL GIORNALISTA

La sfida di San Siro ha mandato un messaggio abbastanza chiaro: la Roma è più forte dell’Inter.

Però Pioli (e chi è sceso in campo) ha contribuito a rendergli la partita più semplice di quanto sarebbe potuta essere. Parliamoci chiaro, se Pioli aveva visto qualcosa da sfruttare a proprio vantaggio inserendo 4 centrocampisti e abbassando Candreva e Perisic, beh aveva visto male.

L’impressione è che avrebbe voluto limitare il gioco sugli esterni e provare ad avere superiorità numerica in mezzo al campo (con Kondogbia-Gagliardini e Brozovic-Joao Mario a limitare e impensierire Strootman-De Rossi-Nainggolan), ma, complici anche un paio di prestazioni individuali al di sotto delle aspettative, quello che si è visto è sembrato molto più improvvisazione che altro.

In un colpo solo, infatti, ha “normalizzato” Candreva e soprattutto Perisic, obbligandoli a fare tutta la fascia e sottraendo ad Icardi un appoggio per aiutarlo nella morsa della difesa a 3 di Spalletti. E dire che tutto sommato le occasioni non sono mancate (e sul 2-1 tutto ancora aperto), per cui fare meglio non era impossibile, al di là degli episodi sui gol subiti. A Mancini e De Boer si sono rimproverate le scelte tattiche “particolari” (il 4312 con Perisic trequartista o la difesa a 3 col Chievo), anche Pioli è caduto nel tranello: meglio tornare alle cose semplici. (Matteo Spaziante)