IL TIFOSO

Arrivo a San Siro con un buon anticipo, la città è semivuota e non c’è traffico, la gente è ancora in pieno clima vacanze, alcuni tifosi abbronzatissimi forse non hanno ancora disfatto le valigie, altri parecchio pallidi è facile che fra qualche ora partano. L’euforia della prima in casa al baretto della Nord durante il pregara è abbastanza moderata, il mercato non ha entusiasmato nessuno

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e alcuni hanno i soliti dubbi sulla scelta del mister e sulla formazione iniziale, per le scelte di Brozovic (decisamente inaspettata) e di Nagatomo ( che invece mi aspettavo).

Per questa gara ho la fortuna di avere un posto a sedere bellissimo, sono nei ground box, praticamente di fianco alla panchina di Spalletti, dove stanno i bordo campisti; questa postazione mi permette di osservare il mister, di ascoltare quello che dice e di sentire quello che trasmette il campo, purtroppo ne risente la parte tattica che da questa visuale è davvero difficile da leggere.

Le impressioni sono buonissime nelle prime battute, i primi 25 minuti sono i migliori visti da anni, idee chiare, fluidità di manovra e buona personalità in campo, soprattutto nei nuovi acquisti, un approccio perfetto che si trasforma presto nel doppio vantaggio di Icardi (il secondo gol davvero bello, mi ha ricordato un paio di gol di Crespo). La Curva Nord è unita e compatta e lo stadio segue a ruota incitando, cantando e applaudendo vigorosamente,  anche in questo caso soprattutto i nuovi, spicca Skriniar che dal vivo impressiona per vigore e personalità.

Il periodo centrale della gara fa decisamente incazzare Spalletti che inizia il suo personale show, il mister rivede atteggiamenti pericolosi legati alla passata stagione: la palla non viene gestita per niente bene, si abbassa pericolosamente il baricentro, si pressa male e disordinatamente, qualcuno (Brozovic soprattutto) si smarca poco e non viene più a prendersi palla.

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Partono un paio di madonne, qualche direttiva ai singoli (ad Icardi viene chiesto più lavoro di copertura del pallone e di sponda, a Vecino viene chiesto di “restare” di più in posizione) e a seguito anche di un paio di cambi effettuati con razionalità e tempismo ecco che la gara si rimette in carreggiata.

La fortuna e anche Handanovic ci danno una mano sulla fucilata di Veretout e sul tiro pericoloso di Babacar, che quasi certamente avrebbero riaperto la gara, poi chiude Perisic ottimamente servito da un Joao Mario che entra bene in partita, ma che sembra avere più paura del solito nel contrasto vigoroso (ha una offerta ? spiegherebbe anche l’esclusione decisamente inaspettata).

Per concludere è stato un esordio sicuramente positivo, si vede che c’è una idea di squadra, una strada da seguire, un percorso da fare; sicuramente l’avversario non aveva così tanta sostanza in campo come la avrà la Roma settimana prossima, ma alcune situazioni fanno ben sperare. L’augurio mio è che i tifosi, ma soprattutto la società nella sua totalità seguano quel “matto” di Spalletti, non abbandonandolo e non depotenziando il suo lavoro e la sua autorità sul gruppo, è un allenatore abituato alla pressione e a gestire i  le personalità dei suoi giocatori e soprattutto fa giocare bene a calcio le sue squadre.

Certo che immaginarsi questa squadra con un Vidal o un Di Maria farebbe davvero sognare gli ottimi 55mila tifosi di ieri e anche qualcuno di più.

Tifosi molto presenti,  mister molto presente, giocatori abbastanza presenti, cara FC Internazionale lo battiamo un colpo forte? Dai che ce lo meritiamo.

(Luigi Muci – @Mucio80)

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L’ARBITRO

Se quello dell’Inter è un debutto decisamente positivo, vale altrettanto per quello del VAR nel campionato di serie A, con l’unica eccezione del gol ingiustamente annullato al Torino a Bologna.

Nel corso della gara tra Inter e Fiorentina sono due, infatti, gli episodi incriminati, e in entrambi i casi la decisione è presa con il prezioso aiuto del Video Assistant Referee:

  • 4° 1T, rigore per l’Inter: Icardi si incunea tra due difensori viola e Astori, alzando il ginocchio, lo sbilancia e lo fa cadere. Corretta la decisione presa subito da Tagliavento, e poi confermata dal VAR, ci poteva stare tuttavia l’ammonizione per l’autore del fallo;
  • 40° 1T, rigore chiesto dalla Fiorentina per intervento di Miranda su Simeone: qui Tagliavento decide dapprima di far correre l’azione e richiede solo successivamente l’intervento del collega al monitor. La spinta del brasiliano è senz’altro trascurabile, quello più dubbio è l’incrocio di gambe fra i due ma forse l’interpretazione degli arbitri è che sia il Cholito a tagliare la strada a Miranda; da qui la decisione di non assegnare la massima punizione. In linea di massima credo che la direttiva sia di intervenire con il VAR solo in situazioni in cui la decisione da prendere sia inequivocabilmente una e non ci sia spazio per diverse interpretazioni; laddove, al contrario, l’episodio e/o le immagini siano poco chiari (vedi gol di Dybala), la tendenza sarà quella di confermare la decisione dell’arbitro, in modo da non intaccare l’uniformità di giudizio del direttore di gara.

(Flavio Aprea – @FlavioPollofifo)

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IL GIORNALISTA

La prima Inter di Spalletti a San Siro mette in mostra il cartello “lavori in corso”, ma i segnali appaiono decisamente positivi. L’idea di calcio spallettiana è tutta nella prima mezzora: intensità, fraseggio rapido, linee strette e una ricerca di pressione alta che segue per certi aspetti il lavoro iniziato da De Boer e Pioli. Finché c’è la benzina, la squadra gira, eccome. Poi, vuoi il doppio vantaggio, vuoi la solita propensione di squadra a uscire dal campo, i meccanismi tendono ad incepparsi, salvo ritrovare un discreto controllo nella ripresa.
Le idee di fondo, tuttavia, restano ben palesi. Così come la volontà di Spalletti di provare a cambiare la mentalità: i risultati devono passare dai piedi buoni, soprattutto a metà campo. Borja Valero-Vecino non saranno Xavi-Iniesta dei bei tempi, ma hanno la giusta intelligenza tattica e la tecnica adatta per poter dare tutt’altra impronta di gioco rispetto ad una coppia Kondogbia-Medel, per restare al recente passato.
In attesa di scoprire come si concluderà il mercato, l’impressione è che la capacità di tutti di giocare il pallone possa essere la chiave per far girare la squadra. Dalbert e Cancelo (se giocherà terzino) sono altri due giocatori con capacità tecniche non propriamente da difensori, lo stesso Skriniar è uno che non solo ha la personalità per far partire l’azione, ma può anche farla partire bene.
Aspettando di capire anche cosa sarà del ruolo di trequartista: Brozovic come caratteristiche sarebbe il migliore in rosa per ricoprirlo, ma difetta di continuità per poter essere il titolare; Joao Mario tecnicamente non si discute, deve però fare ancora quel salto di qualità (soprattutto vicino alla porta); Borja Valero oggi è più utile tra i due davanti alla difesa; Eder e Jovetic per ora sembrano soluzioni soltanto a partita in corso. Una questione non da poco, ma Spalletti ha le capacità per risolverla. I primi passi ufficiali, intanto, confermano quanto di buono visto anche nelle amichevoli estive.

(Matteo Spaziante – @MatteoSpaziante)