La vittoria sulla Fiorentina è idealmente la continuazione di quella linea temporale che parte dalla prima amichevole in terra cinese e prosegue fino, appunto, alla prima giornata di campionato.

Spalletti ripropone e insiste giustamente sul 4231 a lui tanto caro ricomponendo il centrocampo ex Viola con Vecino e Borja piazzando Brozovic davanti a loro.

Abbiamo già commentato più o meno in tutte le salse la partita ma resto con l’amaro in bocca, nonostante manchino altri giorni di mercato, perché questa squadra poteva essere completata e portata ad un livello superiore ma siamo rimasti, come spesso è successo negli ultimi anni, a metà del guado.

I miei timori su questa rosa sono fondamentalmente un paio: il primo è sicuramente quello di cui lo stesso Spalletti ha parlato con i giornalisti nel post partita, vale a dire la possibilità non troppo remota che questi giocatori ad un certo punto mollino psicologicamente con l’eventuale allontanarsi dell’obiettivo. Sono anni che lo fanno e la scorsa stagione il tutto è stato abbastanza palese e persino grottesco a volte.

Il secondo è quello che porta ad avere davanti una squadra magari bene organizzata e costruita sul lavoro dell’allenatore ma piatta, terribilmente piatta. E anche questa non è una novità.

Da mesi (anni) scrivo e scriviamo che manca il guizzo in questi undici, che a parte gli strappi di Perisic (quando è sintonizzato) e i gol di Icardi abbiamo poche altre frecce nella nostra faretra in grado di sbloccare le partite e nessun calciatore da cui aspettarsi una giocata, un’invenzione o un’azione personale.

Tutti, o quasi, giocatori di sistema, che quindi per rendere al meglio devono essere sempre sul pezzo nell’eseguire lo spartito richiesto dal mister. Vedasi allora il punto uno, cioè l’atavica difficoltà degli attuali componenti della nostra rosa nel mantenere continuità durante la stagione.

Peccato, perché completare sul mercato questa squadra con elementi diversi, e soprattutto un terzo da cui aspettarsi gol e assist oltre a Perisic e Icardi, sarebbe importante e forse decisivo per entrare in maniera definitiva nella lotta per un posto in Champions.

Questo elemento potrebbe essere Schick? Sì, certo, bisognerà vedere se il ceco alla fine arriverà davvero e quale sarà il suo impatto nel mondo nerazzurro. Giocatore certamente talentuoso che però onestamente non so come Spalletti voglia nel caso impiegare.

Ma sarebbe importante anche, nel caso, averlo in panchina uno così, anche perché per adesso, ricordiamocelo, l’unico cambio in avanti e per tutti i ruoli è Eder. Un po’ poco, no?

Anche perchè guardando i numeri dello scorso anno, i gol sono venuti principalmente da quelli finora citati e manca un altro titolare che possa contribuire in maniera decisiva o che, come scritto finora, possa sparigliare le carte con diverse caratteristiche lì davanti:

(dati Transfermarkt)

E colui che forse il mister vorrebbe dietro le punte (Joao Mario) ha fatto gli stessi gol di D’Ambrosio in stagione. Per quanto io lo reputi un ottimo giocatore, o si lavora sulla sua incisività e cattiveria oppure dovrà essere impiegato in maniera diversa o con compagni diversi.

Aspettiamo quindi la fine di questo maledetto mercato normale (citazione Spallettiana) per dare un giudizio globale, nel frattempo mettiamo il nostro destino nelle mani del mister già a partire dalla partita di sabato prossimo.