IL TIFOSO

Anche quest’anno trasferta settembrina a Milano. L’anno passato non si può dire che fosse andata bene con lo scialbo pareggio per 1-1 del Maestro De Boer contro il Bologna, ricordato più che altro per la sostituzione di Kondogbia dopo 30 minuti e per l’errore sottoporta di Ranocchia al 90esimo con bestemmie conseguenti.

Il ritorno in A della Spal è occasione propizia per aggiungere un’avversaria alla collezione e approfittare per un mini-ritrovo con gli amici AngelOne, Mitch, Giggioneggio, Nuanda, Animal, Hendrik, Perplessa, GdB e Chistisimu.

Forse stimolata da una vivace discussione sul blog su quale fosse il mezzo di trasporto migliore per raggiungere Milano, ecco subito Eupalla manifestarsi travestita da bomba della Seconda Guerra Mondiale sulla linea ferroviaria Venezia-Milano: due ore di ritardo, arrivo a Milano alle 11.40, corsa in taxi e fila sotto il diluvio… ma finalmente, dopo aver fatto le scale di corsa, eccomi alle 12.23 in punto al varco del settore 273 durante la lettura delle formazioni per sentire proprio in quel momento: “… con il numero 87, Antonioooooo… CANDREVAAAAAAAA”… Appena in tempo, dunque.

Sulla partita c’è poco da dire, il pubblico interista purtroppo segue il match come se fosse in un teatro e non aiuta di certo l’atteggiamento della Curva, praticamente zitta per 90 minuti. In compenso gran festa nel terzo anello per i rumorosi e simpatici tifosi della Spal che non hanno smesso di cantare e di incitare la loro squadra nemmeno per un secondo, chiamando anche i giocatori sotto la curva a fine partita nonostante la sconfitta (applauditi anche dai nostri).

Purtroppo causa condizioni del tempo infami non siamo riusciti ad incontrarci anche con altri gentili utenti sparsi per lo stadio… sarà per la prossima volta, probabilmente Inter-Torino del 5 novembre!

JulianRoss (@JulianRoss79)

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L’ARBITRO

Ancora il VAR protagonista nella gara diretta dal buon Claudio Gavillucci, della sezione AIA di Latina. Pochi gli episodi da menzionare:

  • 17° primo tempo, contatto tra Dalbert e Schiattarella: l’esperto centrocampista della Spal salta il terzino brasiliano al limite esterno dell’area di rigore e viene abbattuto dopo essere arrivato in anticipo sul pallone. L’arbitro non fischia e sulla ripartenza arriva una buona occasione potenziale per l’Inter, nata però da quello che è forse l’unico errore di valutazione del fischietto di Latina;
  • 22° primo tempo, rigore per l’Inter: ottimo scambio nello stretto dei nerazzurri, che affondano per vie centrali con la sponda di Icardi per Joao Mario. Il portoghese salta secco Vicari, che lo abbatte proprio al limite dell’area; Gavillucci, tra l’incredulità generale, concede punizione dal limite e ammonisce l’autore del fallo, ma il VAR Mazzoleni lo invita a rivedere l’azione e, dopo oltre 5 minuti, viene concessa la massima punizione. C’è da dire che il contatto, che avviene appena dentro l’area, è molto più al limite di quanto sembrasse a velocità normale, rendendo il dubbio dell’arbitro più che legittimo. Unico neo, forse a causa di una leggera perdita di lucidità, la mancata revoca dell’ammonizione a Vicari, come previsto dalle nuove modifiche del regolamento che saranno spiegate meglio con un articolo ad hoc, in quanto il direttore di gara giustamente non aveva considerato l’azione come chiara occasione da gol, data la presenza di un altro difensore della Spal proprio sulla linea del pallone;

47° primo tempo, rigore chiesto dalla Spal: i protagonisti sono gli stessi del primo episodio, stavolta dentro l’area e con la collaborazione di Handanovic, che offre a Dalbert un pallone sanguinoso; il terzino nerazzurro lo controlla male e viene anticipato da Schiattarella, che poi cade quando i due vengono a contatto. L’impressione è che il centrocampista estense sia già in caduta al momento del tocco, che comunque sembra molto leggero; di sicuro l’Inter corre un rischio “gratuito”, che poteva essere facilmente evitato da un rilancio lungo del portiere sloveno.

(Flavio Aprea – @FlavioPollofifo)

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IL GIORNALISTA

La partita contro la Spal si è rivelata molto più ostica di quanto ci si potesse immaginare sulla carta. Una di quelle partite che l’Inter ha sempre faticato a portare a casa, soprattutto nelle ultime stagioni.
L’assenza di giocatori che riescono a creare superiorità numerica infatti rendono assai complicate le gare contro squadre che si difendono ordinatamente, come è stata la Spal per quasi tutti i 90′. A questo atavico problema si è aggiunta anche una prestazione sotto ritmo (anche a causa dei tanti nazionali rientrati solo a ridosso della sfida), che ha aumentato e non di poco i problemi. Molto, va detto, è merito della Spal, che ha chiuso tutti gli spazi con un 532 ordinato e intelligente, spingendo l’Inter a giocare spesso sulla propria sinistra.
La prestazione timida di Dalbert e i soliti intervalli di Perisic (oltre alla gara sottotono di Joao Mario e Borja Valero in mezzo al campo) hanno infatti portato ad un gioco pendente spesso verso D’Ambrosio e Candreva, che hanno combinato bene trovando difficoltà, però, a creare pericoli una volta arrivati sul fondo. L’unica volta che l’Inter è riuscita a giocare per vie centrali, è arrivata l’azione del rigore, probabilmente non un caso, mettendo la partita un po’ più in discesa.
Non abbastanza, perché la sensazione è che fosse una di quelle partite in cui la beffa per l’Inter era dietro l’angolo. Trovato il vantaggio i problemi offensivi non si sono risolti, la Spal è rimasta ordinata e ogni tanto ha messo apprensione, seppur Handanovic non abbia dovuto compiere nemmeno un intervento. Ci ha pensato il solito Perisic, con una giocate delle sue, a chiudere il discorso.
Il trappolone, insomma, era dietro l’angolo. E l’Inter spesso ci ha abituati a impantanarsi in situazioni del genere. Spalletti ne è uscito bene, con 3 punti comunque complicati che permetteranno anche di non sottovalutare i prossimi impegni, sulla carta simili alla sfida con la Spal.

(Matteo Spaziante – @MatteoSpaziante)