Il ciclo di partite che si apre sarà il primo che ci dirà se l’odiato mister è riuscito a cambiare anche solo in minima parte il DNA dell’Inter dell’ultimo decennio, psicolabile più che pazza, dedita a imprese impossibili in negativo più che a grande exploit in positivo: affrontiamo una pausa nazionali che ci restituisce la squadra senza 3 interpreti titolari o quasi (Sensi e Dambrosio punti fermi dell’Inter contiana, Sanchez che lo stava diventando), dopo due sconfitte che hanno ridimensionato parecchio i sogni di gloria di rosa e società. Se si vuole capire di che pasta si è fatti questo è il momento.

La sentenza dopo la partita di Sassuolo è sospesa, su questo non vi sono dubbi. La squadra è entrata bene in partita, ma anziché chiudere il match con un secondo gol in una delle facili occasioni consente agli emiliani di rimontare un primo svantaggio e di metterci anche un po’ di ansia. Fortunatamente Lumaku ci mette del proprio e chiude il match, aiutato anche dai difensori neroverdi che sono veramente imbarazzanti. Anche Lautaro ne mette due e tutti pensiamo che la partita sia finita. Ma dopo 70 minuti di dominio, il fiato a centrocampo diventa corto quasi improvvisamente e l’odiato mister fa la mossa della quaglia: Lazaro in campo, non pago della sua performance contro lo Slavia in CL.

Non intendo minimamente farne un discorso tecnico: lo Snoop Doggie Dogg austriaco porta più sfiga del gatto nero di Luis Figo ai tempi d’oro, quindi non lo voglio vedere in campo mai più. Poi se volete approfondiamo il discorso tecnico tattico, ma penso che basti la valutazione assolutamente inoppugnabile che ho offerto a tagliarlo fuori dalle rotazioni. Io lo so che la pensate come me.

Però se volete parliamo anche del perché la squadra va così in difficoltà e la risposta è semplice: l’odiato mister nonostante i proclami non molla la linea a 3 neanche se gli sparano nei testicoli e la nostra lungimirante società con il duo polifemo-interlegend ha pensato bene di predisporre un assortimento di centrali che con la linea a 3 non c’entra un cazzo di niente. Inoltre ha ben pensato di non prendere il centrocampista di quantità e qualità che aspettiamo come un messia da almeno un decennio. Questo vuol dire che appena Brozo e Barella finiscono la benzina (mentale oltre che fisica), la squadra si schiaccia 20 metri indietro, i 3 centrali non escono come dovrebbero perché non hanno le qualità atletiche prima ancora che tecniche per uscire correttamente, e soffriamo di brutto (non a caso per vie centrali e non sulle fasce). Ma io dico, porca paletta, ma se lo vedono anche decine di rincitrulliti come me, non se ne accorgono pure loro? Mah. A questo va aggiunto che la nostra scarsezza tecnica ci obbliga a stare a mille per reggere l’urto di qualsiasi sfida, e non è una condizione che si può reggere alla lunga, tantomeno con quei derelitti che abbiamo in rosa (e non da quest’anno).

Riassunto: ho seri dubbi di poter reggere il ritmo che ci necessiterebbe per andare al di là dell’obiettivo minimo. Per ora quest’ultimo rimane in vista, ma siamo solo a ottobre. Per sentenze più decise direi che dovermo aspettare ancora.