Nonostante il titolo della rubrica il derby si vive e basta, senza dietrologie.
Prima del match avrei firmato secco per un pareggio, ma la Beneamata ha il potere di non lasciarti mai il boccino delle previsioni. In campo va la prevedibile formazione titolare contro uno dei Milan più derelitti che la storia ricordi, ancorché convinto di vivere fasti ormai passati per entrambe le milanesi.

L’avvio nerazzurro è un buon avvio: il Milan si caga sotto e noi siamo padroni del gioco. Se solo ogni tanto ci dicesse culo e al posto di prendere il palo e di essere in fuorigioco di un millimetro Mimmo ne mettesse due prenderemmo già il volo entro i primi 30 minuti di gioco. Poi facciamo l’errore di lasciare spazio e coraggio ai rossoneri che si convincono di poter portare a casa i 3 punti nella stracittadina da underdog. Fortunatamente Kessié è un pirla sfigato e Suso un veneziano di merda, così anziché rifilarci due pere si ritrovano con due fichi d’india in saccoccia.

Dopo la brutta fine del secondo tempo che il sottoscritto passa a vituperare Barella e Lumaku rientriamo in campo con un po’ di sale in zucca. Finalmente il culo ci arride e la ciabattata di Brozo viene deviata inesorabilmente in rete. Incredibilmente Lautaro ha un attimo di lucidità e non tocca il pallone, restando a oltre un metro di distanza senza che Gigio cambi minimamente il suo movimento. Dire che la posizione di Lautaro è influente è come dire che quando guardiamo un film abbiamo un ruolo nello svolgimento dell’azione.

Passano i minuti, il vantaggio non si allarga e io temo il peggio. Barella non lo vedo in campo fino a quando sfodera un cross perfetto per un attaccante solo in area di rigore: Lumaku insacca una rete da vero centravanti ed è godopoli. Ah, dite che non era solo in area? Se ci fosse stato un difensore dovrebber ritirarsi dal calcio giocato, quindi dai, non è possibile.

Il risultato sarebbe ancora più godereccio se Politano non pensasse di giocare a palo/traversa come facciamo io e l’emulo di Sensi (ciao Maso!) il giovedì sera centrando l’incrocio (vale 15, palo vale 5, traversa 10, rigorosamente tiro di prima da dove si raggiunge il pallone), e se Candreva non riuscisse nell’impresa di fare bene un contropiede per poi centrare nell’ordine difensore, palo sinistro, riga di porta e quasi fallo laterale. Clamorosa sfiga. Intanto i cronisti snocciolano statistiche con il solo intento di menare rogna e io passo il mio tempo a sperare che gli cada il cazzo. E magari è pure successo, chi può dirlo? La speranza è l’ultima a morire.

Possiamo riderne perché è finita 0-2 e come non potrebbe riderci anche il culo, ma non dimentichiamo che abbiamo faticato parecchio contro una squadra inguardabile. Testa bassa e lavorare, ma per ora, per una notte, godere godere godere.