• Dopo un’estate un po’ “così” alzi la mano chi pensava, a dicembre, di ritrovarsi non tanto primi in classifica quanto molto più consapevoli dei nostri mezzi rispetto alle zoppicanti premesse. Il ridimensionamento è oggi interiorizzato e digerito da squadra e allenatore che insieme hanno trovato un modo diverso di proporsi: è l’Inter di Simone Inzaghi, nata da quella di Antonio Conte senza due ingredienti fondamentali e una ritrovata voglia di giocare in maniera differente rispetto al trionfale scorso anno. Il percorso è stato aggiustato in corso d’opera dopo le prime partite un po’ naïf (ricordate le parole di Skriniar?) e ora ha raggiunto una maturità che ci consente di lottare di nuovo per il campionato. Almeno per me non era affatto scontato.

 

  • La domanda che mi pongo, al netto della tenuta della squadra sul lungo termine per cause o eventi imponderabili in questo periodo, è: siamo all’espressione massima della nostra potenzialità? Se l’anno scorso si parlava, per esempio, del fatto che la squadra si stesse esprimendo bene ma senza ancora il miglior Eriksen o con un Hakimi ad intermittenza, oggi a cosa o a chi potremmo pensare come miglioramento ulteriore di quanto stiamo vedendo? Non credo il tutto possa venire da elementi che abbiamo visto ancora parzialmente come Correa perché non mi sembrano in grado di fare e dare quello step in più e soprattutto una continuità di rendimento che possa mantenerci ad alti livelli, ma proprio l’argentino è l’unico probabilmente ancora poco pervenuto in questa stagione. Per me quindi siamo oggi praticamente ai massimi della nostra espressione e, per carità, sempre per oggi va bene così. Ma domani? Basterà?

 

  • Il mio stupore è anche legato a chi non pensavo potesse offrire una continuità di alto livello, vale a dire Hakan Calhanoglu: dopo un primo periodo a fasi alterne anche per colpa di un infortunio, oggi il turco ex Milan sembra un veterano di questa squadra per come gioca e lotta: l’ho sempre considerato un “mezzo” giocatore, uno da cui non aspettarsi giocate decisive in continuità ma a sprazzi (alla Correa, per essere chiaro) e invece per ora devo assolutamente ricredermi. Nel mio post di commento al suo acquisto avevo fatto i complimenti alla società per la tempestività dell’affare dopo la tremenda sfiga capitata ad Eriksen per aver acquisito la migliore toppa possibile in quel momento. Si sta dimostrando non solo una toppa ma un miglioramento rispetto al rendimento del danese con la nostra maglia.

 

  • Ci aspettano due mesi terribili dal punto di vista degli impegni e del calendario: tantissimi scontri al vertice, la Supercoppa con la Juve (uno degli obiettivi più importanti per me di questa stagione), sfide di coppa Italia e gli ottavi di Champions contro il Liverpool. A fine febbraio sostanzialmente sapremo dire come andremo a chiudere gli ultimi 2-3 mesi di stagione perché parecchio sarà stato già detto nei prossimi sessanta giorni. Immaginando che la preparazione atletica durante questa sosta sia stata ben ponderata anche su questi elementi, ritengo che da gennaio potremmo assistere ad “un’altra” mini stagione con valori potenzialmente un po’ scombinati: servirebbe magari un piccolo aiuto dal mercato di gennaio per non arrivare in fondo in affanno ma so forse di chiedere troppo.

 

LE PAGELLE DEL GIRONE DI ANDATA

Handanovic 6,5

 

Skriniar 7,5

De Vrij 6,5

Bastoni 6,5

Dimarco 6

D’Ambrosio 6

Ranocchia 6,5

 

Dumfries 6

Darmian 6,5

Barella 6

Brozovic 7,5

Calhanoglu 7,5

Gagliardini 6

Sensi 4,5

Vecino 4,5

Vidal 6

Perisic 7,5

 

Correa 5,5

Dzeko 6,5

Lautaro 6,5

Sanchez 6

 

Simone Inzaghi 7,5