• Inter-Fiorentina segna la fine della nostra stagione, con qualche flebile possibilità di finale di Coppa Italia dovendo ancora affrontare il ritorno contro il Milan. Non date retta ai tweet acchiappalike dei “kuori nerazzurri che la si ama anche kuando perde e quindi ci krediamo” perché anche loro nelle loro camerette da 40enni stanno piangendo davanti ad una foto del marchio Suning appesa al muro piena di freccette e con una tisana allo zenzero in mano perché si sa ad una certa età ok i tweet da “veri tifosi” ma la digestione è quella che è. Una squadra dal rendimento da salvezza nel girone di ritorno non può competere per scenari altezzosi e anzi dovrebbe guardarsi dalla quinta che per fortuna non sta accelerando proprio come noi.
  • Partiamo da un presupposto: tutto questo non è altro che l’oggettivo risultato di una campagna di ridimensionamento pieno attuata nell’estate 2021, non mi ripeterò perché di sicuro risulto già petulante. La cosa più brutta, che ricorderemo a lungo di questo 2021/22, è quella illusione di molti di noi tra novembre e dicembre, quando manco a Zhang sembrava vero di vedere veleggiare una squadra ben più scarsa dell’anno precedente a ritmi assurdi e bellissimi. Ma è stato come cucinare una ciambella non mettendo lo zucchero tra gli ingredienti, con la speranza che magari nel mix il sapore fosse più o meno lo stesso e la cosa venisse nascosta. E non sembrava vero manco a lui di vedere questa ciambella senza manco un granello di zucchero fare bella figura davanti a tutti. Ma una ciambella senza un ingrediente principale resta una ciambella che alla lunga non viene più mangiata da nessuno.
  • E non a caso in questo finale di stagione possiamo dirci che a mancare è stato l’impatto degli ingredienti tolti e sostituiti alla meno peggio in quella estate. Dopo un inizio da luna di miele con Dzeko “a tutto campo altroché Lukaku” stranamente i suoi 36 anni si sono fatti sentire e la differenza con il belga è stata enorme dal punto di vista realizzativo e non solo (e Correa ha influito zero nel dare una mano); sono mancati gli strappi di Hakimi, vero attaccante aggiunto: Dumfries, tra i meno peggio in questa stagione anzi, non è però minimamente all’altezza del marocchino; molti giocatori mi sembrano svuotati e poco brillanti, al di là delle statistiche sui km che leggiamo in giro: probabilmente anche Pintus qualcosa contava; come Oriali, addio molto sottovalutato ma che sarebbe stato importante in queste settimane di marasma; e poi vabbè, il gap in panchina era clamoroso e lo sapevamo, al netto dei peana invernali frutto di due mesi al top. Ma le squadre si giudicano in una stagione intera e gli allenatori pure. Inzaghi ha sicuramente molte qualità, non a caso avevamo detto fosse la miglior peggior scelta possibile in quel momento (vorrei ricordare che stavamo trattando pure Mihajlovic), ma per me gli mancano ancora alcune basi fondamentali per stare nelle top. Ma oggi noi top non lo siamo quindi per l’Inter di Suning va benissimo.
  • Ma andrà ancora “benissimo” a Marotta? Allora, sicuramente allenare questa ciambella completamente senza zucchero sarebbe stata impresa un po’ per tutti, ma con l’evoluzione di questa stagione è doveroso interrogarsi sulla tenuta, anche dello spogliatoio, di Inzaghi. Poche volte si è visto un crollo così incredibile tra andata e ritorno (remember Stramaccioni?) e dall’essere la squadra favorita e campione di inverno siamo passati in due mesi alle frasi “Abbiamo perso entusiasmo”. Ma come? Ma per cosa? Sono certo che una riflessione a fine stagione la si farà anche sull’allenatore quindi, altro che i rinnovi a cifre rialzate già a dicembre. Poi magari si sposerà il progetto “4º posto” insieme e ci si legherà ancora per qualche anno per non affrontare una stagione 22/23 da tecnico in scadenza e con alle spalle una stagione come questa. Consumante. Perché lo sappiamo che i tecnici che finiscono in enorme calando i campionati con noi non fanno mai una fine bellissima.
  • In sostanza la mia delusione è palese nonostante fossi consapevole dell’enorme ridimensionamento attuato qualche mese fa. E allora perché? Perché per l’evoluzione della stagione non si possono buttare a mare tutti quei punti per strada in maniera incomprensibile e soprattutto sono convinto di un dogma: negli anni in cui lo scudetto non lo vince la Juve (da vedere) se tu non lo vinci hai fallito a prescindere. E la cosa peggiore è che con questi chiari di luna le speranze per la prossima stagione sono anche di gran lunga inferiori a quelle di questo campionato. Ed è una sensazione non proprio entusiasmante vissuta da tifoso. E forse Marotta lo sa bene dato che da mesi ripete che l’obiettivo è (era) la seconda stella quest’anno (consapevole che dal prossimo le chance sarebbero state ancora inferiori) mentre Inzaghi parla della richiesta societaria della qualificazione in CL. Spesso alcune anticipazioni sul futuro si hanno anche da questi dettagli.

INZAGOMETRO (probabilità che il mister resti l’allenatore dell’Inter anche nel 2022/23): 60%

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