IL TIFOSO

– Questo scudetto perso brucia perché non sarebbe stato uno scudetto “normale” (benché ogni scudetto per noi sia sempre eccezionale, sia chiaro) ma sarebbe stato il secondo consecutivo, quello della seconda stella, quello che ci avrebbe portato a 20 campionati vinti contro i 18 dei cugini, quello vinto nell’anno del ridimensionamento Suning, insomma uno scudetto straordinariamente bello. E invece. E invece ci ritroviamo qui a pensare alla papera di Radu col Bologna, ai due gol presi da Giroud nel derby di ritorno, con De Vrij e Handanovic a fare la parte degli ex calciatori, tutte immagini che ci porteremo in testa quando penseremo a questo campionato sfumato;

– questa squadra, ridimensionata negli uomini chiave un anno fa, si è ritrovata ad essere la favorita per lo scudetto tra dicembre e gennaio soprattutto per la mancanza di squadre leader. E la società, che già aveva ridimensionato, che fa? Tutti sapevamo di essere in difficoltà numerica per gli impegni immediatamente successivi e proprietà e dirigenza hanno la brillante idea di comprare Gosens dall’Atalanta (con un Perisic straordinario) e pregare in ginocchio il Genoa per avere Caicedo in prestito per 6 mesi a zero euro. Entrambi giocheranno poi solo qualche minuto risultando completamente ininfluenti ai fini di questa stagione. All’epoca mi ero interrogato sull’operazione in questo post, scrivendo questo: “E a gennaio non potevano proprio esserci altre occasioni per le altre priorità che abbiamo (centrocampo e attacco) per cercare di vincere il Ventesimo senza temere le Nazionali o che a qualcuno venga un mal di testa prima delle partite decisive?“. Beh, non serviva essere delle Cassandra per prenderci. Peccato perché secondo me con un investimento più oculato si poteva fare molto meglio a gennaio;

– ed è anche per questo che siamo incazzati e tristi, da tifosi. Perché la situazione societaria non ci lascia sereni e aver perso uno scudetto per una manciata di punti sa di enorme occasione mancata perché del futuro non v’è certezza e non sappiamo se il prossimo anno saremo in grado di tornare a giocarci lo scudetto. E questo aggiunge amarezza al secondo posto alle spalle del Milan.

 

IL RAZIONALE

– Una stagione partita con un avanzo positivo di mercato mai visto prima, soprattutto per le top società del mondo, e che aveva come obiettivo la qualificazione alla Champions League ma poi finita con un secondo posto a -2 dal Milan, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana non può definirsi una stagione negativa. Anzi, c’è da applaudire allenatore e gruppo perché trattasi di un andamento forse tra i migliori della nostra storia anche se ovviamente lo scudetto pesa moltissimo. Ovvio che avessimo vinto quest’ultimo perdendo le altre due il giudizio sarebbe enormemente più entusiasmante. Diciamo che è una stagione sicuramente non negativa (non riesco però a scrivere “positiva”);

– una società che appunto ottiene quell’avanzo positivo di mercato, ditemi quello che volete, ma è impossibile poi vada a vincere tutto in quell’anno, seppur per mancanze altrui. Ok, potreste commentare dicendo che sì però eravamo ad un passo e se Radu  non avesse fatto quell’errore forse avremmo vinto NONOSTANTE quel guadagno sul mercato ecc ecc ma sta di fatto che, appunto, non è successo. E non è sfortuna o chissà cosa, è sostanzialmente quello che capita ad una squadra che perde i 3-4 elementi più preziosi sostituendoli per come può: è impossibile non avere alla lunga delle ripercussioni, ripercussioni che quest’anno si sono abbattute sulla sconfitta in campionato. Facciamocene una ragione;

– Lo scudetto non è stato perso a Bologna per la papera di Radu (che comunque vorrei come il primo nome a essere ceduto a inizio calciomercato) ma sia per l’inizio di stagione balbettante e sia per tutta quella serie di partite in cui avevamo totalizzato 7 punti in 7 gare, dal derby di ritorno al match contro la Fiorentina. 7 punti per il buio sceso post sconfitta contro il Milan, da una situazione di vantaggio e controllo ad un 1-2 che alla fine ha pesato tantissimo sulle sorti di questa stagione. Mettiamoci dentro di tutto: rosa cortissima, gestione a volte scellerata dei cambi, partite indegne di giocatori che avrebbero dovuto trascinarci e quelle 7 partite tornano e torneranno a tormentarci i pensieri notturni. Che poi Radu abbia messo la ciliegina sulla torta è fuori discussione. In una partita, quella di Bologna, caricata di troppa pressione nelle settimane di rinvio per calendario intasato e ricorsi non presi in considerazione. Avevamo detto che stava assumendo le fattezze di una finale e molto probabilmente alla fine è stato così. Purtroppo, però, l’abbiamo persa.