Un passo avanti e due indietro con lo stile tipico dell’Inter In-Zhang-iana, una partita che allo stesso tempo è la summa dell’interismo moderno: arriviamo ad affrontare un avversario modesto (tra l’altro formato per il 70% da nostri ex giocatori o da giocatori che abbiamo trattato e quasi acquistato, per dire il livello del nostro settore scouting) dopo una vittoria in uno scontro diretto conquistata con determinazione e grinta, seguita da dichiarazioni roboanti sull’obiettivo scudetto e sull’ “Inter che deve fare l’Inter”, sciogliendoci come neve al Sole, con ben più di mezza squadra sotto la sufficienza e sotto i propri standard (già non proprio elevatissimi); ci facciamo segnare da uno al primo gol in Serie A e che non vedrà più la porta per altre 20 partite, e da un ex al 92esimo; ci facciamo ladrare un gol (e mi dispiace ma i paragoni con il famoso gol di Messias non esistono perché in questo caso il fallo non c’è manco, è proprio un’invenzione che negli anni d’oro di Moggi non avrebbero avuto il coraggio di escogitare) che se avessimo la maglia a strisce di altri colori se ne parlerebbe per un girone intero garantendoci immunità diplomatica e almeno un rigore a partita; a gennaio dopo aver sognato la gloria per i mesi estivi e pure per quelli invernali ci ritroviamo fuori dall’unica competizione in cui potevamo dire la nostra (sempre per dire il livello della competizione stessa).  Cosa si può dire se non vaffanculo?

La partita è abbastanza semplice da inquadrare: abbiamo fatto 4 tiri in porta, 3 gol di cui uno annullato per fallo di Izzo su Pablo Mari (che giocano nella stessa squadra, per chi non se lo ricordasse) e un palo. Per il resto abbiamo lasciato giocare solo il Monza fermato soprattutto da Onana e dal duo Bastoni-Skriniar (il resto della difesa lasciamo perdere che è meglio). Al 92esimo dopo aver perso 2 volte la palla che dovevamo tenere in bandierina sprecando delle rimesse laterali a nostro favore (Lukaku-Gagliardini-Gosens come i 3 stooges), siamo riusciti a provare a difendere il possesso a centrocampo con un sombrero lanciando l’ultima carica avversaria. Masterclass.

I cambi obbligati ma comunque ruolo su ruolo hanno inciso se possibile in negativo ed è tutto da discutere se la colpa sia dei giocatori o dell’allenatore. Propenderei per un 50-50. Chi doveva fare un minimo di differenza ha fatto cagare, e in particolare se avessimo giocato con Lakaka al posto di Lukaku avremmo vinto. Ma tutto ciò è abbastanza marginale se si guardano i grandi numeri: 1,5 goal subiti in media a partita, in trasferta addirittura più di 2 a partita, una roba che nessuna squadra che ambisca a competere può ritenere accettabile. E se un allenatore non vede questo problema o è scemo (possibilissimo) o è un incapace (anche questo possibile) o entrambe le cose (propendo personalmente per questa ipotesi).

Sono incazzato come un’ape e non solo perché per l’ennesimo anno vedrò vincere altri, ma perché dovrò passare i prossimi mesi a gufare gobbi e milanisti tifando qualsiasi squadra che giochi contro di loro con la consapevolezza che non servirà a un cazzo perché se una cosa può andare male siamo l’Inter e andrà peggio. Almeno avessi la certezza di non vedere più l’Inter In-Zhang-iana l’anno prossimo, e invece temo che l’indice di odio tenderà solo a salire, mandandomi in putrefazione l’animo. Fanculo. L’ho già scritto?