Tifare l’Inter è un po’ come vivere un film dei Monty Python da protagonista, sospeso tra la certezza di quello che avverrà e l’incertezza di quando avverrà. Affrontiamo in casa una squadra che sta velocemente scalando la personale classifica dell’odio soprattutto dopo il match dell’anno scorso in cui (anche se per demerito nostro più che per merito loro) abbiamo regalato il 19esimo a padre Pioli, dopo aver preso 2 schiaffoni a Torino e di fatto aver chiuso le speranze residue e residuali di scudetto: dal mio punto di vista i giocatori della squadra che tifo dovrebbero mangiarsi erba e pali della porta dalla rabbia.

Invece ovviamente entriamo mollissimi, svagati, concentrati sulla giocata bella ma totalmente inefficace. Tra i mugugni (e qualche fischio) di una parte del pubblico. E siccome il Dio del Calcio è un cazzo di cecchino alla loro prima mezza occasione riesce a segnare l’ennesimo beneficiario del miracolo nerazzurro, quello che garantisce il primo e unico gol in serie A ad una schiera di calciatori di cui ormai ho perso il conto.

La reazione è minima, ma Dzeko imbrocca il gol dell’anno e ci riporta in parità. Qui succede qualcosa sulla cui interpretazione sono ancora molto incerto: Medel e Arnautovic sono degli ingrati infami o sono dei vecchi cuori nerazzurri che sanno che solo prendendo a schiaffi e provocando quelle amebe che vestono la camiseta nerazzurra si può sperare che tirino fuori un po’ di garra? Non lo sapremo mai, ma fatto sta che Dimarco e Lautaro castigano altre due volte il Bologna mettendo fine alla partita dopo 45 minuti e 2 di recupero.

Il secondo tempo è accademia che potrebbe finire 20-1 se non avessimo la stessa cazzimma di Correa quando esce dall’estetista. Dopo il gol di Dimarco e di Gosens, il rigore di Calhanoglu e un paio di gol incredibili mancati da Dzeko e lo stesso Gosens archiviamo la partita. Non riesco neanche a incazzarmi per il largo vantaggio perché tanto la Dea ha pensato bene di perdere stasera per presentarsi domenica in versione belva ferita incazzata nera in una partita a mezzogiorno che notoriamente ci porta un culo sconfinato: aver vinto con cinque gol di scarto è l’ultimo problema che avremo alla prossima.

Uno poi si chiede come si fa a non odiarli: sarebbe bastato giocare con metà della garra del primo tempo a Torino per vincere entrambe le partite e invece siamo qua a leccarci le ferite e a trattenere i coglioni girati per il match buttato nel cesso allo Stadium. Essere interisti non è facile. Ma è l’unica cosa che conta 🙂