Lo svolgimento della partita non lo commento neanche: per loro è stata una propaggine degli allenamenti infrasettimanali, per noi una dimostrazione di tutti i nostri limiti, tanto che se qualcuno al 60esimo avesse gettato la spugna sul campo in stile pugilato io avrei accettato di buon grado di andare a casa a farmi la doccia prima. Erano anni che non mi veniva voglia di fischiare quei 4 bambocci presuntuosi che vanno in campo e in panchina, ma penso che quest’anno possano riuscire nell’impresa di convincermi.

Sono gli episodi che raccontano tutto: Correa che sbaglia un gol solo davanti al portiere al 83esimo tirando una loffia che neanche io dopo 10 km di corsa; D’Ambrosio che cerca di dribblare Mané in pratica lanciandolo a rete; Bastoni che sembra non dorma da sei mesi talmente è rincoglionito; Lautaro che – da buon Salernitana man – non tira in porta neanche una volta in 90 minuti pur essendo il centravanti. Robe che in una squadra normale farebbero venire giù lo stadio per gli insulti e il lancio di oggetti.

Faccio solo considerazioni generali dopo sei partite e tre sconfitte.

Siamo una squadra mentalmente, fisicamente e tecnicamente mediocre. Lo eravamo prima di Conte, con Conte e dopo Conte. L’Odiato Mister nascondeva questi limiti con un’attenzione maniacale e una furia agonistica ossessiva. Terminato l’effetto pigmalione siamo tornati quelli di prima, quelli che Luciano non aveva potuto trasformare più di tanto, per dire, quelli da quarto posto all’ultima giornata. Ogni volta che uno dei nostri tocca il pallone deve aggiustarselo 10 volte prima di giocarlo, sbagliamo passaggi senza pressing a 3 metri con una continuità che non si trova neanche nei campetti degli oratori, non facciamo mai un controllo orientato che abbia un senso e metà delle volte i passaggi finiscono nel vuoto perché il compagno ha fatto scelte diametralmente opposte a chi passava il pallone. Una roba da serie D. Forse.

Siamo l’unica squadra ad aver preparato il mini campionato di 2 mesi e mezzo per entrare in forma verso il 25 ottobre: in pratica stiamo facendo il lavoro per le nazionali. Che immagino ci ringrazieranno sentitamente. Nel frattempo naufragheremo di fronte a gente che corre il doppio di noi: in pratica tutte le squadre. Complimenti vivissimi agli strateghi del settore atletico nerazzurro.

Questa stagione mi manda già il feeling delle stagioni tra il 2012 e il 2015, annate in cui mi sono trascinato allo stadio per malattia e compulsione, sapendo già come sarebbe andata a finire. E il peggio è che non riesco manco più ad incazzarmi sul serio, talmente mi hanno abituato alla mediocrità. E con questa munifica e gloriosa proprietà di scossoni o strategie per uscire da questo pantano non ne vedremo manco mezzo. Alé alé alé Inter Alé!