Disclaimer: treppunti sono sempre treppunti e sti cazzi, senza se e senza ma. Dopodiché parliamo della partita.

La partita sulla carta è scontata e dovrebbe andare liscia come l’olio: noi praticamente con la formazione titolare (ancora non si è capito chi sia il titolare della fascia sinistra ma tant’è) e loro con mezza squadra fuori dopo aver cambiato allenatore (tradendo Thigone nostro) senza comprare un cazzo di nessuno. E nonostante la nostra lunga tradizione di regali ai più bisognosi la serata si conclude come dovrebbe: un sonoro 3-0 senza storia (e senza manco un tiro in porta avversario o quasi).

Se fossi un tifoso spezzino (cosa che per fortuna non sono dato che era pure la squadra di quella sciagura di Ernesto Paolillo), però, inizierei a preparami per la serie cadetta: una delle cose che si è capita dalla partita tra scapoli (noi ancora mezzi in vacanza) e ammosciati (loro) è che per ripulire la serie A della rumenta (per dirla in ligure) servirebbero almeno il doppio delle retrocessioni.

In generale sono le partite che soffriamo di più: squadra avversaria chiusissima che francobolla a uomo per tutto il campo Brozovic con Agudelo che lo segue pure al cesso. A questo dobbiamo aggiungere ancora la nostra grande difficoltà a far girare la palla velocemente, un po’ per la scarsa tecnica di diversi nostri giocatori un po’ per la scarsa verve di tutti i nostri centrocampisti (il più in palla è Barella che però è ancora in fase marchese del grillo).

Detto questo i primi 30 minuti proviamo alcune imbucate ma senza mai riuscire a tirare in porta o quasi: i più tonici sono sicuramente Cavallo Pazzo Dumfries che sfiora  il colpaccio di testa e Lautaro che si trova sul piede il possibile vantaggio ma spreca l’0ccasione. Al di là di questi episodi, però, entrambi corrono, pressano e si fanno trovare dai compagni sempre pronti. Dietro è tutto sotto controllo e Lukakone è in serata un po’ panterone moscione (cit), anche se la sua sola presenza getta nel panico più assoluto gli spezzini: scena mitologica quella in cui Lukaku insegue in pressing un difensore ligure che scappa con la palla tra i piedi per tutto il campo in una riedizione della caccia all’uomo versione parchetto delle banlieues.

Al 35esimo azione lineare: lancio di Barella, sponda di crapa di Lukakone, rasoiata di Lautaro in fondo al sacco. Bello e imparabile. E la partita cambia: Dumfries lanciato spara sul portiere, Lukaku centra la traversa dopo aver acquisito un paio di vertebre per raggiungere il cross dalla tre quarti di Bastoni, Lautaro si mangia un gol pazzesco dopo la torre di testa di Cavallo Pazzo che anche lui ha acquistato per l’occasione due o tre dischi vertebrali. Mi innervosisco perché chiudere con 3 gol di scarto sarebbe stato il minimo, ma spero che il secondo fico arrivi almeno all’inizio del secondo tempo per vivere sereno.

Desiderio esaudito nonostante la stanchezza inizi a emergere: il secondo gol lo sigla Calhanoglu che da 10 minuti viene insultato da mezzo stadio per l’imprecisione e lo scarso dinamismo: la regola della bestemmia non sbaglia mai (chi insulti di più segna). Iniziano i cambi (ruolo su ruolo manco a dirlo) di Limone: e proprio dai cambi arriva anche il terzo gol a partita ormai finita grazie a una combinazione Dzeko (che finalmente stoppa un lancio lungo quasi decentemente) e Tucu Nureyev Correa (che prima di segnare deve comunque aggiustarsi la palla 3 volte nell’area piccola avversaria).

Partita senza storia che ci dice che faremo molta fatica con le squadre chiuse e che fisicamente siamo ancora dei tronchi, soprattutto in mezzo al campo (spero il preparatore non abbia fatto minchiate). Già facciamo fatica normalmente, figuriamoci quando non abbiamo i 3 di centrocampo che si fanno trovare. Per fortuna quest’anno la buttiamo dentro anche se facciamo sempre fatica a tirare. Portiamo a casa i treppunti che fanno bene a noi tifosi che degli Zhang non ce ne frega un cazzo. Forza Inter!