L’Inter occupa attualmente il primo posto in classifica, una classifica cortissima e che subirà numerosi cambiamenti da qui alla fine.

Ma per un post non torno sulla mia opinione riguardo il momento della squadra e i suoi veri obiettivi e rimetto i panni dello statistico: cosa è cambiato numericamente dall’ultima volta in cui la prima della classe in Serie A era proprio l’Inter?

  • Non eravamo primi in classifica da soli dal 6 gennaio 2016, 18a giornata del campionato 2015/16, Empoli-Inter 0-1 con gol di Icardi.
  • In quel momento occupavamo la prima posizione con 39 punti, esattamente come oggi. Avevamo, però, 3 partite giocate in più.
  • Avevamo segnato 24 gol e ne avevamo subiti 11, oggi ne abbiamo segnati 33 e subiti 10.
  • Oggi siamo a +1 sulla seconda, a +2 sulla terza e a + 5 sulla quarta che però ha una partita in meno. Due anni fa avevamo +1 su una coppia di seconde (Napoli e Fiorentina) e +3 sulla quarta (la Juventus). Classifica cortissima proprio come quest’anno.
  • La distanza sulla quinta era di 6 punti (Roma), oggi è di 7 (Lazio) anche se agli uomini di Inzaghi manca una partita (vs l’Udinese in casa). Quindi rispetto alla quinta siamo ancora (potenzialmente) meno distanti rispetto ad allora.
  • Quel campionato finì con l’Inter quarta (…) a 67 punti con 50 gol fatti e 38 subiti: una media di 1,4 punti a partita nel resto della stagione (contro quella di 2,1 fino alla 18a giornata) e di 1,35 gol subiti a partita (contro quella di 0,61 fino alla 18a giornata).
  • La formazione dell’Inter di quella giornata era la seguente: Handanovic, D’Ambrosio Miranda Murillo Nagatomo, Brozovic Medel Kondogbia, Perisic Icardi Ljajic (subentrati Jovetic, Guarin e Juan Jesus). 7 calciatori sono ancora nella attuale rosa, di cui 5 titolari e 2 molto dentro il turnover (Nagatomo e Brozovic).
  • Icardi aveva segnato fino a quel momento 8 gol, oggi è a 16 in 15 partite. Alla 15a del 2015/16 aveva segnato 4 reti.
  • Perisic invece fino a quel momento aveva messo a segno 2 gol e fatto 2 assist (zero fino alla 15a), ad oggi è a 7 reti e 6 assist (con tre partite in meno).

Sembrano passate ere geologiche, da Mancini a Spalletti passando per De Boer Vecchi e Pioli, da Thohir a Zhang, da Murillo a Skriniar, da Medel a Borja Valero.

Eppure oggi come allora poco conta la prima posizione in classifica, ma anzi i numeri dicono che dovremo sudare per il quarto posto, proprio il posto raggiunto due campionati fa ma che in quella stagione non dava purtroppo l’accesso alla più bella competizione europea, la Champions League: finimmo infatti a -13 dall’obiettivo terzo posto, raggiunto dalla Roma di… Luciano Spalletti.

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