Che quest’Inter made in Suning abbia dei grossi problemi economici e finanziari è ormai cosa risaputa. Che anche una nuova proprietà (se le nostre preghiere quotidiane dovessero mai essere esaudite un giorno) sarà forzatamente costretta a muoversi in mezzo a mille vincoli, pure.

Ma la cosa peggiore, in questo momento di completa stasi nerazzurra, è per me la mancanza di una strategia chiara.

Cioè il COME dobbiamo muoverci in queste condizioni, COSA fare, QUALE strada scegliere.

E la strategia, in questi casi, per me, viene dalla proprietà.

La dirigenza esegue, se è capace di farlo (e qui si apre un altro capitolo, lo commento alla fine del post).

Ma nelle condizioni in cui siamo è complicatissimo avere una strategia, per quanto noi tifosi, ovviamente, possiamo carpire: magari una strategia chiara c’è, interna alla società, e allora mi risulta davvero di difficile comprensione.

Questo perché tutto quello che osservo, dalla gestione Skriniar a quella potenziale di Bastoni, dai ventilati rinnovi ai De Vrij di turno alla quasi resa dei conti, sui giornali, con l’allenatore, davanti ad un mese tra i più decisivi della nostra recente storia, mi fa pensare che l’unica strategia è quella di galleggiare il più possibile, quasi subendo tutto quello che succede attorno, non essendone per forza di cose gli artefici.

Ovvio che tutto questo è una diretta conseguenza della crisi finanziaria e di liquidità che viviamo ormai da tempo: come si fa ad organizzare sportivamente una società se non si può minimamente guardare al domani? Non dico al dopodomani, al domani.

La sensazione è quella di vivere alla giornata e quindi di conseguenza, per esempio, non c’è nessuna strategia sul rinnovo di Bastoni o, al contrario, sull’individuazione chiara di chi può essere il suo sostituto con magari la cessione dello stesso. Vi ricorda qualcosa?

Con Skriniar è successa esattamente la stessa cosa, con la chimera Bremer come sostituto ma mai acquistato perché se non vendevi Skriniar non avevi la forza di prendere Bremer. E sappiamo poi com’è finita (pur con una competitor che l’ha acquistato non potendolo fare).

Mi auguro quindi che con Bastoni tutto questo non succeda: o si rinnova o si vende, acquistando uno che possa essere all’altezza di sostituirlo. Perché se devo pensare ad un carneade, io, da tifoso, mi auguro che pur non rinnovando Bastoni resti e giochi per noi tutto il prossimo anno, esattamente come accaduto per Skriniar.

Ma questo è solo un caso, è solo una delle mille possibilità di intravedere una strategia nell’Inter attuale.

Molto lo capiremo anche dalla scelta del prossimo allenatore: ci sarà qualcosa di chiaro come indirizzo e visione oppure sarà l’ennesimo mister scelto per galleggiare (come successo con Inzaghi) e non sbragare completamente? Badate bene, con Inzaghi, numeri alla mano, finora è stato un buon galleggiare, l’accezione di “galleggiare” non è per forza negativa.

E’ una strategia, ovvio. Ma quanto duratura? Si sta vedendo già quest’anno.

Dura poco se nel frattempo vuoi galleggiare ma indebolisci la squadra, dura poco se non si ha la forza di cambiare, dura poco se devi fare ogni anno le nozze con sempre meno fichi secchi.

La verità è che è tremendamente difficile avere una strategia a breve-medio termine con questa proprietà e parallelamente ci mancano le competenze sportive per lavorare in queste condizioni. Il miracolo poteva capitarci lo scorso anno (con lo scudetto) ma poi le cartucce ad un certo punto finiscono e ti ritrovi a lavorare in condizioni estremamente difficili.

Chiudo quindi dicendo che un’Inter in queste condizioni è una condanna ad avere una squadra senza una logica chiara, che quest’estate si ritroverà con una decina di giocatori in scadenza e dovrebbe decidere se chiudere definitivamente certi capitoli o no, se pensare ad un altro modo di giocare o no, se costruire in maniera diversa la rosa o no.

E’ uno stillicidio, purtroppo, uno stillicidio che volta per volta ci porta ad imprecare sulle cose più disparate: sui cambi di Inzaghi, sull’infortunio di Calhanoglu in nazionale, sul rinnovo di Dzeko e così via.

Ma sono tutte figlie di un unico comune denominatore: mancanza di soldi e strategia.

Sono entrambe, purtroppo per noi, collegate e, dovessimo mai avere l’esigenza di costruire comunque una strategia senza soldi, fattibile in tante realtà, pecchiamo di competenze.

E’ un cane che si morde la coda: chissà cosa dice l’oroscopo cinese su questo segno.