Partita ai limiti del nonsense dopo 5 settimane di festeggiamenti, cominciata a preparare alla Pinetina da giovedì con gli operai che radono al suolo le scritte di Suning senza saper bene cosa mettere al loro posto: contro un Verona che corre pressando come fosse una finale di Champions League, i nostri eroi giocano in ciabatte e colpi di tacco tanto per dare un senso ai 90 minuti. E’ una partita talmente senza senso che segna una doppietta Arnautovic e rischia di segnare in pallonetto in contropiede Sanchez, mentre Frattesi ha trovato una sua nemesi nell’ex Pordenone Perilli che para qualsiasi cosa provenga dai piedi del nostro borgataro di fiducia. E nonostante tutto questo e la non rilevanza del match l’arbitro a cui è stata affidata per vedere se ce la fa dimostra di non farcela (la faccia di quest’uomo suggerisco di ricordarcela perché se arbitrerà in Serie A bestemmieremo tantissimo con lui, segnate pure).

Una stagione che non dimenticheremo mai, un po’ come quella del XIII scudetto dei record o quella del Triplete, è arrivata al termine. E già mi manca. Ma calcio è così come direbbe El Campeon (che per fortuna si toglie dal cazzo) e finita un’avventura è già tempo di progettarne un’altra. Per noi, cari amici, è venuto il momento di salutarci e di salutare la rubrica griffata Bennato in attesa di pensare alla prossima (stagione e rubrica).

Come si diceva un tempo su altri schermi. À la prochaine!