Lautaro Martinez è sicuramente tra i giovani attaccanti potenzialmente più forti al mondo, vista l’età (23 anni) e il percorso di crescita intrapreso con noi, già partito flebilmente sotto la gestione Spalletti ed “esploso” sotto l’egida di Antonio Conte.

Ho scritto “potenzialmente” proprio perché di potenziale stiamo parlando: ai commenti positivi riassunti nell’incipit di questo post devo contrapporre una parte di dubbio su quello che Lautaro potrà davvero diventare nella sua carriera.

Da qualche tempo, e tantissimo tra l’altro in questi giorni, quando parliamo del nostro numero 10 spesso sottolineiamo gli errori sotto porta, la fretta che sembra avere quando va al tiro, la sua poca precisione, la sua predisposizione a mangiarsi un po’ troppi gol.

Le nostre sensazioni trovano conforto nei numeri?

Ho provato a raccogliere qualche dato statistico qua e là per provare a capire assieme a voi se nel giudizio su Lautaro non fossimo solo obnubilati dai fumi della rabbia che proviamo quando guardiamo le partite dell’Inter.

Questo post non vuole regalare verità assolute (si sa, i dati esistono per essere visti sotto vari punti di vista ma soprattutto esistono per essere smentiti prima o poi) ma solo spunti di riflessione.

Iniziamo dal prendere dal sito della Lega Serie A la classifica dei calciatori che in questo campionato hanno effettuato più tiri, riferendoci ai primi 20:

Lautaro è il quarto giocatore in Serie A in questa speciale classifica, con 61 tiri fatti di cui 27 in porta, 28 fuori (il resto va nella categoria degli intercettati).

Se andiamo ad analizzare la distribuzione tra tiri in porta e tiri fuori sulla sola somma di questi due elementi abbiamo la seguente situazione:

Nell’Inter abbiamo gli estremi opposti dell’intera Serie A: in termini percentuali Martinez è il “peggiore” in questa speciale classifica, l’unico a superare il 50% di tiri fuori, mentre Romelu Lukaku è il migliore, praticamente alla pari di CR7 e Zlatan Ibrahimovic.

Il belga tira meno di Lautaro ma centra di più la porta.

Ecco già questo quindi ci dà un primo dato, vale a dire che alla fine anche la statistica ci sta dicendo che la mira di Lautaro non è certo eccellente, se non altro nell’obiettivo di beccare lo specchio della porta: 1 tiro su 2 (se non intercettato) va fuori.

La statistica dà e la statistica toglie: davanti a questi dati negativi c’è infatti però una correlazione positiva per l’argentino, che è quella tra tiri in porta e gol fatti. Vediamola:

Facendo un focus solo sui primi 10 nella classifica dei tiri effettuati vediamo che il miglior rapporto tra gol fatti (senza rigori) e tiri nello specchio è ancora di Romelu Lukaku (41%), mentre la peggiore è di Musa Barrow del Bologna (18%). In questa classifica, però, Lautaro non è affatto messo male visto il suo 37%.

Quindi in estrema, ma estrema, sintesi potremmo dire che, se non intercettato prima, un tiro di Lautaro su 2 va nello specchio e questo tiro ha il 37% di conversione in gol.

All’opposto 3 tiri su 4 di Lukaku finiscono nello specchio e quei 3 tiri hanno ognuno il 41% di possibilità di trasformarsi in gol.

Sono anche andato a verificare se fosse tutta questione di lucidità e l’unico dato a disposizione che ho potuto analizzare sono i km medi percorsi a partita. Ho preso però solo i primi 7 in classifica tiri effettuati più Ibrahimovic e Lukaku. Questo il recap:

Come vedete Lautaro, da dati Lega Serie A, percorre bene o male gli stessi km di Lukaku eppure parliamo di due percentuali di efficacia diverse.

Penso però sia comunque sotto gli occhi di tutti il lavoro di pressing sfiancante che l’argentino effettua in ogni partita con Conte allenatore ma questo non si traduce in un effettivo chilometraggio superiore alla media: è forse nella intensità della pressione, nella foga e nella voglia di spaccare la porta che sta quindi il maggior “difetto” di Lautaro?

Chiudo con un’altra caratteristica dell’argentino: a partire dalla ripresa dello scorso campionato post lockdown, sono veramente troppe ed ampie le sue pause senza gol.

Nella seconda parte della scorsa stagione ha segnato solo 3 gol in 13 partite e tra il primo di questi gol e il secondo sono passate 5 partite mentre tra il secondo e il terzo ne sono passate 4.

In questa prima parte di campionato 20/21 Lautaro ha segnato con questa frequenza:

  • 3 gol consecutivi nelle prime 3 di A;
  • 3 partite senza gol;
  • 2 partite con gol;
  • 5 partite senza gol;
  • 2 partite con gol (la tripletta al Crotone, il 30% dei suoi gol totali finora in 1 partita);
  • 4 partite senza gol;
  • 1 partita con gol;
  • 1 partita senza gol.

Anche quest’anno, insomma, sta replicando una bruttissima abitudine con gol inframezzati da troppi match senza timbrare il tabellino.

E per noi è un male, perché se il suo periodo buio capita nello stesso momento di quello di Lukaku dobbiamo trovare alternative che la rosa non ha, come è capitato nelle sue 4 partite consecutive senza gol (le stesse di Lukaku). E ancora oggi i due sono in condizioni non certo brillanti e questo mi spaventa abbastanza.

Quindi?

Quindi le chiarissime potenzialità di Lautaro devono ancora ben formarsi su una pasta sì ottima e malleabile ma che presenta dei chiari spazi di miglioramento: troppa imprecisione nei tiri effettuati e poca continuità nell’andare a segno.

Ho ancora negli occhi gli errori contro lo Shakthar o quello dell’altro ieri contro la Juventus, spero solo siano erroracci che dobbiamo farci andare bene oggi per avere un giocatore più forte e completo domani.

Se sarà ancora dei nostri, ovviamente.