(Porca miseria, glie l’avevo promesso a quei ciutaglioni di Angelone e Julian Ross, ma come faccio a scrivere il post entro Pasqua? Poi ogni anno in primavera finisce che dico sempre le stesse cose sugli errori fatti, sulla stagione che verrà, su cosa bisognerebbe fare, su… Aspetta un attimo… Fammi un po’ vedere… Ecco qua! Perfetto. Vabbé, perfetto, aspetta facciamo qualche modifica, dai, proviamo)

Caro Presidente Zhang,

approfitto delle Sue belle parole sul tifo nerazzurro, anche e soprattutto quello più critico, espresse durante la festa per i 105 109 anni della nostra Inter per tirare delle somme e stilare qualche punto per il futuro, secondo le mie personalissime proposte, certo quindi di non urtare la sua suscettibilità.

Ci perdonerà se razionalmente – la mia parte tifosa ovviamente ci spererà fino in fondo facendo tutte le macumbe e i riti apotropaici necessari alla bisogna – dò per conclusa la stagione in corso dopo Inter-Bologna Crotone-Inter (vabbé, dopo la prima conferenza stampa del Mancio al primo giorno di ritiro, ma non facciamo il solito cassandrismo, dai, un po’ di positività che va sempre bene: al limite Inter-Sampdoria. Insomma, su questo punto ci torno dopo e vedo cosa mettere) purtroppo conclusasi in modo fallimentare. Non sono abituato a parlare dopo: il bello del tifoso dilettante che crede di capire qualcosa di questo mistero sportivo che è il calcio è quello di parlare prima e spendersi a rischio di fare brutte figure. Quelle purtroppo che non ho fatto quest’anno, perché mai come quest’anno mi sarebbe piaciuto sbagliare completamente i pronostici.

Cosa abbiamo imparato da questa stagione, Presidente?

Prima cosa: se rivoluzione deve essere, allora la rivoluzione per definizione è totale: dal punto di vista economico i tagli dolorosi ma necessari dovevano essere appaiati a tagli tecnici. Il contributo domenicale della rosa, poi, doveva essere in base alle necessità dell’allenatore partendo dal presupposto che la titolarità non sarebbe stata un diritto acquisito, e invece i Felipe Melo e gli Jovetic sono rimasti in una rosa troppo ampia per non dare adito a malcontenti diffusi 

Secondo: un allenatore che passa dalla Primavera Ajax all’Inter, quella panchina che ha fatto invecchiare – anche fisicamente – in maniera quasi inverosimile gente navigata ed esperta come Trapattoni, Mancini, Mourinho e che ha messo fine a innumerevoli carriere ad alto livello (Orrico, Bagnoli, Simoni, Mazzarri), deve essere tutelato tecnicamente e mediaticamente. Sul secondo punto niente da dire: credo che quest’anno il sostegno mediatico all’allenatore sia stato finora quasi senza pecche. (mmm… no, mi sa che questo punto devo modificarlo) Dal punto di vista della tutela tecnica, invece, direi che non ci siamo: un allenatore esordiente dovrebbe avere almeno la possibilità di giocarsela col modulo a lui più congeniale. La campagna acquisti è andata completamente all’opposto stata fatta da un altro allenatore, e del 4-3-3 Stramaccioniano di de Boer non abbiamo visto nulla molto. Il “Piave und Kamaleonten” Totaalvoetbal che ha funzionato fino a novembre a intermittenza ha inevitabilmente mostrato la corda nel momento in cui la condizione atletica ha minato la base su cui si sarebbe dovuto reggere. Ecco perché un progetto tattico che possa definirsi e consolidarsi nel tempo – su più stagioni – è importante: perché permette a chi subentra anche da allenatore, non solo i giocatori, di dare il suo massimo e mantenere la squadra con un’identità di gioco precisa (se lo ricorda l’anno dove c’era Lui, vero? Giocavano benino persino Muntari e Mariga)

Terzo: un obiettivo stringente come il terzo posto con un progetto tattico non definito e per di più con una squadra che viene da un sesto posto (o settimo, o ottavo, chissà come andrà a finire: rivedere questo punto) ha pochissime probabilità di essere raggiunto. Capisco la necessità di tenere i conti in ordine, Presidente, e capisco benissimo ogni discorso relativo al blasone della nostra società e al fatto di dover competere e/o aspirare sempre ai massimi traguardi. Ma il mondo è cambiato, l’informazione è dieci volte maggiore rispetto a quella disponibile anche solo dieci anni fa, e forse sarebbe il caso di fidarsi un po’ di più dei suoi tifosi: siamo stati vicini in momenti decisamente peggiori, e tutti amiamo la squadra incondizionatamente: perché mai avremmo dovuto mettere in dubbio o protestare verso un Suo progetto che avesse stabilito un rinnovamento profondo, e quindi una ridotta competitività per le prossima stagione, con alle viste però il traguardo di avere una squadra giovane, riformata e pronta per vincere nel futuro prossimo? Lo sa meglio di me, guidando un’azienda: è sempre un problema di aspettative. E se si fissano aspettative troppo alte o irrealistiche, motivazione, pressione psicologica e rendimento ne soffriranno in maniera doppia rispetto al normale, declinando verso un quasi sicuro fallimento degli obiettivi prefissati. Mi ricordo di quando Lei espresse la Sua allergia alla parola “progetto”, però Presidente io ieri ho visto anche la Fiorentina il Napoli, la Roma e la Lazio e sono certo che anche Lei preferirebbe partire la prossima stagione dalla base tecnica e dai risultati che hanno costruito i nostri avversari quest’anno piuttosto che dalla classifica vista nelle ultime settimane dalle nostre parti.

Quarto: ci sarebbe da parlare del mercato, ma è evidente che se si sviluppano i primi tre punti, il mercato viene quasi “da solo”, perché sarà evidente chi si deve/può comprare, e chi non serve assolutamente a nulla all’interno di un disegno progettuale ben definito. Certi acquisti incomprensibili di questa stagione verrebbero automaticamente meno, perché non funzionali all’idea di gioco dell’allenatore.

Per cui, caro Presidente, mi porto avanti col lavoro: abbiamo buttato via le ultime due sei (porca puttanazza, sei, vi venisse un accidente secco a tutti quanti) stagioni, non ce ne possiamo permettere una terza ennesima, che il cielo vi stramaledica…

  1. Lato economico: inutile dirLe cosa bisogna dolorosamente fare. Inutile anche ingaggiare giocatori, anche con contratti non molto onerosi, che abbiano una scarsa utilità in campo. Per il resto, giusto puntare su giovani promettenti e prima degli altri, come fatto con Coutinho Gabriel Barbosa, basta che poi gli si dia modo di giocare e sbagliare e non lo si venda alla prima occasione di plusvalenza, come fatto con Coutinho.
  2. Un progetto tattico definito: si scelga l’allenatore in base alla sua idea di calcio e del suo staff su cosa deve fare l’Inter nei prossimi due o tre anni, e costruire la squadra sulle sue caratteristiche. Se il progetto è quello di uuna squadra giovane, il profilo dell’allenatore dovrebbe essere quello di un maestro di calcio, che possa portarli in in un paio d’anni ad essere competitivi ad alto livello, a quel punto magari sotto la conduzione tecnica di un allenatore vincente. Se si sceglie Stramaccioni Pioli, bisogna costruire la squadra secondo quell’idea tattica: esterni veloci, regista, mediani incursori. Se si sceglierà Stramaccioni Pioli e gli si porterà in dote solo Cassano Berardi, non possiamo aspettarci risultati diversi da quelli che si vedono.
  3. Inutile guardare ai media, è meglio informarsi sui siti nerazzurri: almeno Lei saprà che se ci sono critiche sono sincere e non prevenute. Però si fischia troppo facilmente a sfavore dell’Inter nei casi dubbi, cosa che non succede quando giocano altre formazioni. A me va bene che si fischi facilmente contro una grande: anzi, in un mondo normale è così che dovrebbe essere, non ci sono fischi facili o difficili, e l’arbitro non guarda neanche il colore delle maglie. Ma il nostro Paese non è un luogo normale, e Lei dovrebbe elaborare una strategia precisa anche in campo mediatico e di politica sportiva, perché l’assenza inevitabilmente diventa irrilevanza, in questo campo. É frustrante non giocarsela ad armi pari, e i punti persi quest’anno forse sarebbero stati sufficienti per stare più a galla nei momenti difficili.
  4. Lascio il punto più scabroso in fondo: una rivoluzione deve toccare tutto, quindi in questo caso abbiamo parlato di allenatore, di giocatori, di preparazione atletica. Va inserito il Suo staff dirigenziale, Presidente. Troppi errori e continuati: in un ambito meritocratico, questo porta a responsabilità e conseguenze, e Lei dovrebbe prendere le necessarie contromisure. Lascio al Suo giudizio se e come anche la Presidenza dell’Inter possa o debba essere riformata in qualche modo, ma se Lei ritiene che ci possano essere altri modi per essere più efficienti, modi che coinvolgono il Suo ruolo, questo è il momento di pensarci sopra in maniera profonda.

Con immutato affetto, Suo HvdD

Seattle, 11/3/2013

(Ecco, adesso gli diamo una ritoccatina qua e là, e non se ne accorge nessuno. Piuttosto devo stare attento a non allegare la bozza, sennò ai due ciutaglioni chi li sente…)

(Pezzo originale dell’11 marzo 2013 qui)