Con l’addio del mister e del suo staff e le cessioni di Hakimi e Lukaku abbiamo decretato, anche su questi schermi, la fine dell’Inter vincente di Antonio Conte a causa del fallimento praticamente dichiarato da parte della proprietà.

Voglio provare però, in questo pezzo, ad andare oltre l’aspetto economico/finanziario che ci attanaglia e provare a capire e vedere cosa sta succedendo “tecnicamente” all’Inter e a dare una mia personale lettura della situazione al di là dei nostri problemi.
Non che questi non stiano influenzando il nuovo corso, anzi, ne sono praticamente la causa scatenante, ma proprio per questo vorrei fare un punto su cosa sta nascendo in questa estate 2021.
Dando quasi per scontato l’orizzonte a breve termine di Suning, avevo già commentato in maniera positiva, nonostante sia un giocatore che non mi faccia impazzire, la toppa messa alla situazione Eriksen con l’acquisto quasi fulmineo a zero di Calhanoglu: anche a detta di Inzaghi il turco è stato preso esattamente per quel ruolo e per avere immediatamente un sostituto di Eriksen.
Velocità e un ingaggio alto hanno chiuso un potenziale problema in poco tempo.
Andando avanti a toppe non poteva che essere così anche per il “sostituto” di Hakimi: con un accordo probabilmente preso tempo fa, appena avuti i soldi dalla cessione di Big Rom, abbiamo chiuso con il PSV per Dumfries. Alle condizioni descritte dai giornali dubito avremmo potuto prendere potenzialmente di meglio se non altro nella speranza di vedere un buon giocatore all’opera: il mio personale parere non c’è perché l’ho visto giocare solo agli Europei quindi darei un giudizio molto parziale. Ma averlo pagato poco (praticamente la metà di Dalbert, mia personale scala di confronto e valutazione per ogni cartellino soprattutto quelli dei nuovi terzini) non carica eccessivamente le spalle di pressione dell’esterno olandese che mai sarà Hakimi ovviamente ma che dovrà fare solo il suo lavoro più di un Darmian, per intenderci.
La strada del ridimensionamento anche qui è chiara ma è stata fatta con criterio.

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Criterio che spero venga seguito nell’operazione che sancirà definitivamente il giudizio sul sopracitato ridimensionamento, vale a dire l’acquisto della punta oltre Dzeko.
Aver preso Dzeko a zero potrebbe rientrare nelle operazioni intelligenti, il fatto che abbia 35 anni meno, ma se verrà sostenuto da una sufficiente condizione fisica potrebbe aiutarci in questa stagione da regista offensivo e uomo di esperienza (forse troppa).
Ma sull’altra punta ci giochiamo forse l’obiettivo stagionale, a cui accennerò dopo: è chiaro a tutti purtroppo che non potremo tirare fuori grandi quantità di danaro ma penso che la cosa importante sia andare a prendere un uomo decisivo e che ben si confà alle idee di Inzaghi.
Ecco questo per me è un passaggio fondamentale: l’ex mister laziale prende in consegna l’Inter scudettata ma molto cambiata, negli uomini decisivi e nell’animo.
Quello che temo, infatti, oltre al ridimensionamento tecnico, chiaro ed evidente, è l’ambiente all’interno dello spogliatoio, fatto di persone che, più di noi, sono purtroppo consapevoli e ben consce del periodo infelice attorno alla nostra proprietà.
Aver condiviso idee chiare e questo ridimensionamento con criterio è necessario per ripartire per un altro ciclo completamente diverso dal precedente, aperto e chiuso in 2 anni: questo potrebbe giovare paradossalmente ad Inzaghi, che spero parta senza pressioni e con il solito obiettivo di arrivare tra le prime quattro. Ad oggi percentuali di realizzazione di questo obiettivo non possiamo ancora darne, dipende appunto dall’altro attaccante che andremo ad acquistare. Oltre che dall’atmosfera e dalla carica di un ambiente che dovrà dimenticare l’anno vincente per tuffarsi in un’altra avventura complicata e completamente diversa.
Quanto conteranno le difficoltà economiche di Suning ancora non si sa, lo vedremo in campo, e proprio per questo prima di esporci su un’Inter che possa o meno raggiungere la Champions durante il prossimo campionato dovrà passarne di acqua sotto i ponti, dalla finalizzazione del mercato all’impatto di Inzaghi su una squadra “nuova” che magari potrà giocarsi le sue chance assieme alle altre.