Partita in discesa sulla carta, ma insidiosa perché arriva dopo l’infrasettimanale contro il Bayern mentalmente molto stressante e dopo il precedente turno di campionato in cui abbiamo buttato nel cesso 2 punti facendoci rimontare 2 gol dal Parma (e rischiando pure il terzo).
Inzaghi mette in campo una formazione ragionata in cui mi stupisce il solo Lautaro che pareva molto acciaccato martedì sera, ma che evidentemente ha un ruolo essenziale come motivatore e trascinatore in campo per un buon numero di compagni di squadra.
Partiamo come al solito belli forte, sperando di metterla subito sui binari giusti: in effetti va così ed Ernia segna un bellissimo gol, di quelli che piacciono a me, con l’attaccante che spacca la porta. Complimenti e meno male. Continuiamo a martellare fino a che anche Lautaro va a segno (assist di Ernia!) e possiamo scendere negli spogliatoi avanti di due gol. Buone premesse, ma la fine del libro è tutta da scrivere (come ormai abbiamo imparato).
Rientriamo dagli spogliatoi con la solita testa nel culo e – manco a dirlo – prendiamo un gol su una dormita collettiva colossale (male male male Carlos in questo caso) che lascia Piccoli solo nell’area piccola a insaccare di testa. Inaccettabile.
Ma per fortuna non è il 75esimo, ma il 50esimo; questo ci permette di riattaccare la spina e di segnare il terzo gol su calcio d’angolo con Bisteck. Nonostante il doppio doppio vantaggio rischiamo di prendere il secondo gol (grazie a un paio di colpi di culo del Cagliari con cui un cross sbagliato diventa un tiro nell’angolino e un rimpallo finisce dritto sul piede di Piccoli sul dischetto del rigore) e di andare in merda; per fortuna non accade e possiamo festeggiare al 90esimo: conta solo questo, ogni partita un passo dopo l’altro, senza guardarsi indietro e senza guardare avanti. Step by step nel presente.