Siccome la partita era in discesa, visto che giocavi in casa con una squadra che probabilmente sarà matematicamente retrocessa tra 3 o 4 giornate, abbiamo pensato bene di complicarcela da soli, puntando sempre al ricambio degli abbonati di San Siro attraverso la consolidata strategia di farne morire un po’ di infarto a ogni partita.
La formazione messa giù da Inzaghi non vede nessuno in disaccordo, ma non potevamo sapere che Pavard era rimasto in qualche club della settimana della moda, che Enrico Michele da quando ha deciso di fare il portavoce della squadra non imbrocca più una partita manco per sbaglio, o che Calha ha deciso che, infortuni o meno, gioca un tempo solo per scelta tattica. E’ difficile commentare una partita in cui hai il 70% di possesso palla, ma non tiri mai, per lo meno fino a che i tuoi avversari per puro caso (diciamo così) si trovano tra i piedi il pallone che genera il primo tiro in porta e il primo gol. Sul secondo gol poi dopo la marcatura a 6 metri di Pavard, finalmente, Peppo Pig non fa proprio il massimo (in 3 partite non ne aveva fatta mezza o quasi sbagliata, quindi statisticamente ci doveva toccare): essere sotto di due gol in casa contro la squadra più scarsa della serie A? Fatto!
Così decidiamo di svegliare la Pazza Inter e puntare alla rimonta: trascinati da un Lautaro che butta sangue tutta la partita in campo (patendone poi in lucidità, ma tant’è) e da un Bastoni a tutto campo, nonché grazie alla possibilità di non giocare in 9 visto che Ernia Letale ha comunque deciso di scendere sul terreno di gioco (e di timbrare il cartellino), riusciamo a ridurre le distanze già prima dell’intervallo (nonostante allo stadio mi fosse sembrato off side al 100% e abbia passato tutto il tempo della revisione al VAR con le mani attaccate ai maroni).
Nel secondo tempo ci siamo solo noi e quei pagliacci dei brianzoli cercando di perdere tempo già dal 47esimo, venendo puniti dal Dio del calcio. E anche da Inzaghi che miracolosamente si accorge subito che bisogna cambiare anche la difesa stasera decisamente non all’altezza in tutti i suoi elementi: all’intervallo fuori De Vrij (non al meglio) e Pavardo per Bisteckone e Carlos (redivivo). Spingiamo, pareggiamo con la rasoiata di Calha, e poi in un’azione in cui non ci capisce un cazzo nessuno a un certo punto ho visto Inzaghi con le braccia al cielo e l’arbitro che indicava l’orologino: gol del 3-2 con due monzesi in terra che si fingono morti, cosa volere di più?
Io lo so: un quarto gol per vivere sereno gli ultimi 10 minuti con Correa interno di centrocampo, ma Tikus (in ripresa, ma se non si taglia quelle cazzo di treccine da Puff Daddy non ritornerà mai quello di prima, diciamocelo…) decide che non è ancora il momento e spiaccica sul palo una palla che era più facile segnare che sbagliare. Ok, contano i 3 punti, ma io la pazza Inter quando dobbiamo vincere la odio. La amo e l’ho amata quando giochiamo per partecipare, l’ho amata e la amo quando posso riderci sopra tanto poco cambia. Ma se stiamo provando a vincere, preferisco un’Inter noiosa e lineare. Ce la proviamo a regalare?
Cara Inter, siamo qui. Buon compleanno Beneamata!