Dopo l’ennesima vittoria con 3 tiri 3 gol vs 10 tiri 2 gol del Naples e il nostro improvvido pareggio infrasettimanale che ancora mi tira fuori le bestemmie di bocca, siamo costretti a inseguire punto su punto sputando sangue sudore e lacrime. Oddio, questo noi tifosi, perché i nostri in campo (a parte Barella che gioca sempre da solo) non è che si prodighino più di tanto. Ma contava portarla a casa e ci siamo riusciti, anche se con più difficoltà di quanto legittimo contro una squadra veramente molto molto ma molto scarsa.
Le buone notizie sono in primis la ritrovata verve di Lautaro: al di là dell’eurogol da fuori area all’incrocio, ha combattuto su ogni pallone, preso un palo, tirato, inseguito, e rotto il cazzo come lui sa fare quando è in forma. Speriamo non sia un fuoco fatuo perché non possiamo affidarci a San Tikus tutta la stagione (e comunque entrato lui siamo saliti di 30 metri come baricentro). Il compagno di reparto del toro – Patemi per noialtri – è invece un pianto persiano (non si può dire un pianto greco sennò partono i missili terra aria): non ne fa mezza giusta, ha la cattiveria di un peluche e a furia di sembrare uscito da un film di Kaurismaki si tira addosso la sfiga. Ripigliati maledetto figlio degli Ayatollah! Va da sé che mi rifiuto di commentare anche solo l’idea di aver messo in campo Ernia Letale (ok ha fatto l’assist ma lo facevo pure io, onestamente, non basta a farsi perdonare quanto ha fatto schifo in questi 2 anni).
La seconda buona notizia è che dietro le alternative sono valide e riusciamo a sopperire alle assenze per ora: Carlos fa un partitone così come Cavallo Pazzo che segna con un suo ormai classicone, il gol in acrobazia a sei zampe. Anche De Vrij fa una partita di altissimo livello e lo stesso Pavard non sfigura, anche se da lui abbiamo altre aspettative. Dimarco è quello di questo periodo: tanta produzione offensiva e fiato corto al 60esimo. Si sente poco l’assenza di Bastoni anche se quando entra il gamberone velocizziamo azioni e produzione offensiva di un buon 50%.
Le notizie negative sono – manco a dirlo – in mezzo al campo: se Asllani fa un primo tempo abbastanza di merda, quando entra Enrico Michele spiega con i fatti quello che andiamo dicendo da tempo, ovvero che le nostre riserve a centrocampo possono giocare solo una per volta, altrimenti il ritmo scende troppo (per non parlare della tenuta difensiva); la prestazione dell’albanese raggiunge la sufficienza, ma soprattutto grazie al lavoro di Barella prima e Mkhitarian poi. Il vero flop della serata è mozzarellone Zielinski: la controfigura del giocatore che quando giocava con il Napoli ci faceva sempre cagare pigne; arruffone, molle negli appoggi, arzigogolato nelle scelte, una vera delusione.
Al di là di tutto questo l’Empoli non ci ha mai impensierito, neanche dopo il gol (neanche quotato) dell’ex, però aver dovuto aspettare il numero di Lautaro al 55eismo per metterla in discesa è francamente incomprensibile. E’ una fase così: tocca masticare amaro e sputare fiele, giorno dopo giorno, ora dopo ora, partita dopo partita.