Se i nostri odiassero i gobbi la metà di me questa partita non l’avresti mai persa. Certo avresti potuto finirla in 7 vs 8 o giù di lì, ma non vedo dove sia l’errore. Invece ci troviamo alla fine in mano una partita che conferma i problemi che conosciamo già in questa stagione e che alcuni avevano provato a indicare a inizio percorso, senza venire ascoltati. Alla fine 13 gol in 2 mesi contro 22 gol in un anno sono una certificazione senza appello che esiste un problema (e forse più di uno) le cui responsabilità possono essere suddivise equamente tra allenatore, giocatori e società. 

La società ha pensato che bastasse rintuzzare le riserve senza considerare i limiti anagrafici e mentali noti della rosa, oltre che i potenziali limiti motivazionali che forse avrebbero potuto suggerire qualche cambiamento più radicale. I giocatori continuano a pensare che si possa vincere per merito sportivo pregresso e non per quanto si fa in ogni partita, come già era avvenuto due anni fa proprio sotto la guida di Inzaghi. L’allenatore che pensavo fosse guarito dalla sua scemite e invece sta ricadendo negli stessi errori che pensavo avesse superato: incapacità di scuotere la squadra al momento giusto, scelte cervellotiche sui cambi a partita in corso, tentazione di dimostrare di essere diversi da quello che si è per orgoglio o per vanità, ecc. ecc. Il combinato disposto di questi fattori ci condanna quest’anno a non vincere un cazzo in questa quarta dimensione, a meno di tornare alla terza, ma forse anche alla seconda, un piano cartesiano facile facile, senza tanti fronzoli. 

E dire che la formazione iniziale è l’unica cosa su cui sono d’accordo di tutta la partita, soprattutto per la scelta di non schierare Asllani: e infatti iniziamo bene, controllando la partita e dando la sensazione di essere noi più attrezzati a vincere che non loro; e la partita si mette pure in discesa grazie a un rigore di cui ci omaggiano i gobbi e che per carità divina non tira Lautaro (di cui dovremo parlare a breve), ma Piotr che insacca. Uno penserebbe che sia tutto a posto. Invece riusciamo nell’impresa di regalare due gol in pochi minuti: prima con una scellerata uscita di De Vrij (ad essere onesti  peggiore tra i 3 centrali, ma meno peggio di altre sere) che genera un buco nero in mezzo alla difesa in cui si infilano i gobbi di merda pareggiando; poi grazie all’ennesimo scatto alla velocità di una falena morta del capitano (che ha segnato 0 gol in 8 mesi a San Siro, da titolare e più pagato in rosa, solo per ricordarlo) che perde palla e lancia il contropiede avversario. Uno a due e Lautaro che per non essere insultato da tutto lo stadio sta a terra dieci minuti a fare una sceneggiata invereconda (facendomi venire voglia di insultarlo il doppio).

Continuiamo a giocare in 10 vs 11 dato che l’argentino è totalmente inesistente, ma per fortuna Marcus gioca per due. Incredibilmente riprendiamo in meno il match con un bellissimo gol di Enrico Michele e con un secondo rigore trasformato di nuovo da Piotr (anche questo gentile omaggio dei gobbi). Arriva così l’intervallo con noi avanti e la partita rimessa nei giusti binari. L’Inter dell’anno scorso non avrebbe mai e poi mai perso il match a questo punto. Ma non siamo più l’Inter dell’anno scorso. 

Ciò nonostante rientriamo e dirigiamo il match a tambur battente (le mie preghiere di vedere subito in campo Taremi per aiutare un po’ Thuram e levarmi dal cazzo l’inerte capitano non vengono ovviamente esaudite da Scemone che temo non abbia la cazzimma sufficiente a mandare a cagare Lautaro): Dumfries dopo 4 minuti liscia il pallone a 1 metro dalla porta e cominciano le bestemmie; Cavallo Pazzo si fa perdonare 2 minuti dopo su un batti e ribatti da calcio d’angolo che riesce a sparare in porta (dopo averla quasi ciccata di nuovo). Segue un bombardamento di occasioni da gol per portarci sul 5-2 che escono di un soffio o per scelte abbastanza inesplicabili: Dimarco, due volte De Vrij, Lautaro, Thuram, Barella, di nuovo Lautaro. Un mio socio dice “stiamo sbagliando troppi gol”. Io lo fulmino perché quando verbalizzi la questione, poi succede quello che succede. Infatti succede quello che succede e riusciamo a far pareggiare i gobbi (grazie anche alla collaborazione stasera di Brokeback Mountain Sommer che è in versione Handanovic).

E’ importante sottolineare che la cosa coincide con lo show dei cambi di Scemone: Pavard si fa ammonire e lui va in piena crisi autistica, sostituendolo con Bisteck a comporre una fascia Bisteck-Dumfries-Frattesi con un Q.I. pari a quello di una tortora (con tutto il rispetto per le tortore) che sappiamo tutti non porta molto bene soprattutto in termini di cagate potenziali; bastava metterci Darmian, oppure rischiare un po’ Pavard per capire come si aggiustava la squadra con l’ingresso obbligato di Frattesi (serata horror), ma Scemone non ce la può fare a temperare le sue manie. E manco a dirlo sarà proprio Frattesi a far partire i due contropiedi che portano ai pareggi gobbi (praticamente un buco con il giocatore intorno), con la collaborazione sia di Dumfries sia di Bisteck. Bene ma non benissimo.

Peraltro spero che Scemone fosse stato sostituito a mia insaputa da Vincenzo Iraniano perché prendere contropiedi a raffica sul 4-2 in casa per te è un marchio di fabbrica dell’ex allenatore viola. Mi sforzo di guardare in panchina, ma continuo a vederci Inzaghi. E la conferma ce l’ho quando per provare a vincerla toglie Thuram (uno dei migliori in campo) per lasciarci Miccia Corta (la versione attuale di Lautaro). Infatti non combiniamo un cazzo e anzi è un miracolo che non la perdiamo.

Esco dallo stadio bestemmiando. Non tanto per il pari che in termini di classifica cambia poco (tanto il Naples di Conte ne vincerà 34 su 38 1-0 e quindi c’è poco da fare), quanto per la rabbia che mi genera buttare via una partita così contro i gobbi e contemporaneamente certificare che butterai via pure la stagione in cui partivi favorito. Che cazzo vi devo dire, sarò malato, ma speravo che la stagione dell’anno scorso fosse il rito di passaggio definitivo per noi, per l’Inter, per i giocatori e pure per Scemone. Invece è stato il momento di gloria che ci sta lasciando troppe scorie e che anziché trampolino di lancio si sta piano piano confermando un trappolone di hybris.