E niente. Il tasto reset non funziona. Non basta riavviare. Bisogna capire cosa non va. Perché qualcosa non va. E si vede. 

Per una serie di ragioni ho seguito la partita via social e solo dopo ho potuto riguardarmela in differita conoscendo a priori il risultato: questo mi ha permesso di guardarla con occhio meno traviato dall’ansia del match, ma il risultato è stato lo stesso. La squadra che l’anno scorso sembrava un meccanismo ben oliato seppur perfettibile non funziona allo stesso modo. Sembrano tornati i problemi di tenuta difensiva di 2 anni fa (che però erano giustificati da una linea altissima e dalla voglia di giocare tutti avanti senza compattare la fase difensiva prima almeno) senza che se ne intraveda un motivo valido (la mia l’ho detto prima dell’inizio del campionato e riguarda la mancanza di un centrale marcatore vero non ottuagenario). A questo si aggiunge un periodo no per capacità realizzativa a fronte delle occasioni create. Le due cose combinate rendono molto difficile portare a casa le partite.

Le due cose però ha un minimo denominatore comune: sono problemi soprattutto di testa (non concordo con chi diceva che una volta entrati fisicamente a regime le cose si sarebbero automagicamente sistemate) dovute alla convinzione che le partite le vinciamo grazie al merito sportivo e alla nomea conquistata anziché sputando sangue in campo con la giusta cattiveria (non so se riesco a spiegarmi però non è che la squadra non giri, ma gira con una certa sufficienza, non con la giusta determinazione). Ma sulla testa (e su alcuni stratagemmi per nascondere i problemi) deve lavorare il mister, che invece mi sembra in una fase di pieno denial della situazione (analogamente a 2 anni fa quando fu svegliato da Marotta a fine stagione quando anziché ringraziarlo per la finale raggiunta lo cazziò pubblicamente per i limiti dimostrati in campionato).

A tutto questo si aggiunge che alcuni avversari hanno iniziato a sviluppare delle contromosse efficaci: la più semplice è il pressing alto sui nostri difensori (non sui centrocampisti) che fatto bene ci impedisce di costruire; pur non essendo una strategia che può durare 90 minuti può  bastare per spegnerci abbastanza a lungo da generare insicurezza nella squadra, farci aprire in modo disordinato e sfruttare queste aperture come punti deboli per colpire. La seconda strategia (variante della prima) vista è quella di Mago Fonseca ovvero il pressing altissimo soprattutto teso a bloccare i braccetti: Inzaghi nel derby non ha trovato alcuna contromisura e vedrete che altri proporranno varianti di questa strategia per annullarci.

A superare il tutto basterebbe qualche colpo dei singoli o almeno la riscoperta della cattiveria da parte di alcuni. Abbiamo bisogno di cinismo e ferocia, ma per averli dobbiamo dimenticare l’anno scorso, resettare il cervello e far finta di non aver vinto un cazzo. I tifosi (non tutti ma molti) ci stanno riuscendo perché sono già incazzatelli, ma i giocatori? E la società? E l’allenatore? La risposta a queste domande è sul campo, nel campo e viene dal campo. Il resto conta zero, sono solo chiacchiere e un distintivo tricolore che durerà poco se continuiamo così.