Per puro caso ci si presenta su un piatto d’argento l’occasione per fare il primo saltino da capolista, ma noi lo manchiamo in maniera netta rischiando pure un capitombolo degno del miglior slapstick. Per una prova di maturità ripassare in altra data, almeno per questo inizio stagione. 

La pausa nazionali e i mini acciacchi di alcuni protagonisti obbligano Inzaghi al turnover iniziale: è giusto, le soluzioni B vanno provate anche in gare ufficiali. Ma è altrettanto giusto trarne i giudizi. Asllani regista non è cosa, non può essere lui il vice Calha, e se lo rivedo fare sto cazzo di mezzo passo prima di decidere cosa fare con il pallone ogni volta che lo tocca penso che potrei avere un attacco isterico. Frattesi non può giocare nel nostro modulo standard inzaghiano, o entra nei minuti finali per aggredire l’avversario stanco con le sue incursioni o quando gioca dall’inizio la squadra deve giocare diversamente. Mi pare una richiesta un filo eccessiva da parte di una riserva. De Vrij meh.

Il problema però sono anche le soluzioni A che secondo me stasera avevano l’idea di poter vincere senza giocare troppo cattivi: per 75 minuti abbiamo giochicchiato senza mordere, convinti che la palla sarebbe entrata da sola senza bisogno del contributo determinante di nessuno. Ho visto poca o nulla cattiveria e non vorrei che Manchester tra tre giorni sia stato molto più importante nella mente di alcuni che non i 90 minuti di stasera. Ci siamo svegliati solo con il gol, ma questo non è un segnale positivo manco per niente (per inciso complimenti vivissimi a Pavard per l’ennesima prova del perché non deve giocare braccetto ma terzino).

E abbiamo pure rischiato di regalare 3 punti a Nesta con una Inzaghata di cozze di un certo livello: e non parlo delle riserve a inizio gara, quanto per il cambio Correa-Arnautovic per avere tre punte di cui solo Taremi è ancora un giocatore di calcio. Sistema di gioco già in grave crisi per l’assenza di Calha completamente mandato all’aria con il cambio di modulo a cui i giocatori palesemente non sanno adattarsi (Dimarco continuava a cercare l’appoggio in fascia con un uomo in meno a centrocampo, per fare un esempio). E anche Zielinski ci è toccato nella serata così così: se lo devi provare magari mettigli intorno i titolari, non chiedergli di riprendere in mano la situazione con l’indeciso cronico albanese e il laziale con il binario unico a scarto ridotto.

Per fortuna la raddrizziamo con una zampata dell’insetto stecco che a onor del vero fino a quel momento aveva toccato due palloni e preso un giallo per proteste in 20 minuti, ma si sa che il culo aiuta gente random. Rimane l’amaro in bocca da un lato per non aver sfruttato l’occasione di andare in testa alla classifica in solitaria, il sapore pastoso di un cibo un po’ indigesto per il momento di impasse mentale di Inzaghi (che mi ha ricordato momenti non lucidissimi del mister tipo quelli intorno alla partita con il Liverpool) e l’agrodolce per aver evitato la sconfitta e fatto comunque un punticino. L’Inter dell’anno scorso adesso sarebbe a 12 punti e 1 gol subito (forse), l’Inter di quest’anno la devo ancora vedere sul serio con continuità. A me l’inzaghata di cozze rimane indigesta, le cozze le preferisco gratinate, e l’Inter la preferisco quando vince. Sia messo agli atti.