Dopo la prova solida ma deludente dal punto di vista del risultato la Beneamata si riaffaccia a San Siro con lo scudetto sul petto ed è lecito aspettarsi un solo esito dalla partita: asflatare. La formazione è praticamente la titolare ad eccezione di Taremi che sostituisce Lautaro come compagno di reparto di Thuram. Contano i 3 punti e arrivano puntuali. Poco ma buono ed io me lo faccio bastare.
La prestazione è peggiore di quella con il Genoa, ma siccome il calcio non è uno sport, il risultato ci farà passare giornate ben più serene prima della prossima partita. In ogni caso l’Inter fa la sua partita, sfruttando soprattutto le fasce: gli automatismi davanti sono ancora da registrare ma l’intesa è buona, a centrocampo Enrico Michele che sembrava quello più in bolla durante la preparazione è il più deludente, mentre dietro in difesa la partita con il Lecce registra molti meno svarioni.
Per fortuna la mettiamo in discesa subito con un gol di testa di Matteo “ci penso io” Darmian che per l’occasione esibisce una foto sui tabelloni degna di Vogue. La mia aspirazione asfaltatrice viene però frustrata dalla produzione di una grande mole di gioco che però si spegne al momento del tiro in porta oppure a causa di parti anatomiche casuali dei leccesi (Barella che centra la faccia di uno, Dimarco che devasta la pancia di uno e nel secondo tempo le gonadi di un altro). Mi pare, però, che siamo tornati ad avere quel disturbo che ci porta a cercare di entrare in porta con il pallone, ma spero di sbagliarmi.
Già alla fine del primo tempo si notano le gambe pesanti di alcuni, ma per fortuna Thuram si carica la squadra sulle spalle e detta legge contro tutto il ben schierato Lecce (in collaborazione con Taremi autore anche di un tentativo di rovesciata che faceva venire giù lo stadio): non riesce a segnare solo davanti al portiere ciabattando; poi lui e Taremi confezionano una azione in cui ci provano in tre senza riuscire a infilare in fondo al sacco la palla da 3 metri (reali); infine si procura un rigore che Calha insacca da vero cecchino (ricordo che abbiamo perso uno scudo perché dovevamo fare il campionato di morra cinese per decidere chi tirasse i rigori tra lui e Lautaro, bioparco!).
C’è tempo anche per le sostituzioni (tardive per me, ma forse stiamo mettendo benzina nei muscoli ancora) ruolo su ruolo: da segnalare un buon ingresso in campo di Ernia Letale (non sono ironico, nonostante il gol sbagliato da 2 metri di testa, l’azione vanificata per essere restato in fuorigioco a difesa schierata, la palla in contropiede buttata nel cesso) e soprattutto la seconda consecutiva come peggiore in campo da subentrato per Asllani che è ora si prenda dei sonori calci in culo avendo sbagliato TUTTE le palle che ha toccato. E’ record (strappa il titolo a vescia Correa)!
Siamo sicuramente ancora molto imballati e mi porto a casa la vittoria senza menarmela più di tanto, ma tra una settimana contro la Dea lanciata a rincorrere il sogno scudetto e con la preparazione leggera fatta per affrontare la Supercoppa Europea servirà fare molto ma molto di più.