Come ogni anno, a inizio stagione, il Settore Tecnico dell’A.I.A. ha diramato la Circolare 1 2017/2018 con le modifiche apportate al regolamento, in collaborazione con la FIGC e recependo le direttive dell’International Football Association Board, IFAB per gli amici.

Ma queste modifiche, alcune delle quali in realtà piuttosto importanti, sono comunque passate in secondo piano per l’avvento del Video Assistant Referees (VARs) Experiment, che vede l’Italia come una delle nazioni-pilota per la sperimentazione di questa nuova tecnologia, unitamente alla Germania e al Portogallo. Nonostante, però, l’innovazione sia ormai sulla bocca di tutti, non tutti ne parlano con cognizione di causa (eufemismo): qui si trova un riassunto delle Linee Guida IFAB in materia di VAR, in questo articolo si cercherà di fare chiarezza su alcuni punti in particolare.

CIRCOLARE 1 STAGIONE 2017/2018

Il calcio, secondo il parere di chi scrive, sta vivendo una delle evoluzioni più importanti della sua storia ultracentenaria, evoluzione che potrebbe portare, nei prossimi anni, oltre all’introduzione ufficiale della VAR, anche ad altre svolte epocali come l’introduzione delle espulsioni temporanee e, addirittura, del tempo effettivo. Le modifiche apportate nella stagione in corso continuano, in un certo senso, il discorso che è stato avviato nella scorsa con l’introduzione del DOGSO (denying an obvious goal-scoring opportunity), completandolo e rendendolo più proporzionato al resto del regolamento (immagine presa dal sito lucamarelli.it).

Vediamo nel dettaglio le principali modifiche apportate:

REGOLA 3 – I CALCIATORI

  • Viene introdotta, per tutte le categorie ad eccezione di serie A e B, la possibilità di effettuare fino a 5 sostituzioni. Anche in questo caso si tratta di una “sperimentazione” che, molto probabilmente, sarà prossimamente attuata anche nei massimi campionati;
  • Un calciatore (si pensi a un infortunato o a chi esce per cambiare gli scarpini) che rientri sul terreno di gioco senza il consenso dell’arbitro e che interferisca con l’azione, da quest’anno viene punito con calcio di punizione diretto o di rigore, anche solo per aver toccato il pallone o per aver disturbato un avversario;
  • Se una squadra segna una rete con un tesserato in più (titolare, riserva o dirigente che sia) sul terreno di gioco, la rete viene annullata e si assegna un calcio di punizione diretto (o di rigore) a favore della squadra avversaria. Il paradosso sta nel fatto che se una squadra segna mentre il massaggiatore sta soccorrendo il portiere nell’area di rigore più lontana, si passa da un probabile gol fatto a un rigore contro.

REGOLA 4 – L’EQUIPAGGIAMENTO DEI CALCIATORI

  • Solo una curiosità: finalmente viene ufficializzato il fatto che i portieri possano giocare con un berretto con visiera, che ancora non era previsto dal regolamento.

REGOLA 5 – L’ARBITRO

  • Come detto nell’introduzione, in alcune competizioni (per il momento solo tornei e/o calcio giovanile) possono essere consentite le espulsioni temporanee, anche se per il momento non vengono spiegate nel dettaglio le modalità, ma ci si limita ad inserire questa possibilità nel regolamento.

REGOLA 8 – L’INIZIO E LA RIPRESA DEL GIOCO

  • Anche qui solo una curiosità: dopo aver consentito, lo scorso anno, di battere il calcio d’inizio all’indietro anziché in avanti, viene autorizzato il calciatore che batte ad “invadere” la metà campo avversaria, per ovvi motivi fisici.

REGOLA 12 – FALLI E SCORRETTEZZE

  • Arriviamo finalmente a una delle modifiche più importanti della circolare, che riequilibrano la situazione per quanto riguarda i falli da rigore. Si specifica, infatti, che per i falli che interrompono una promettente azione d’attacco, normalmente punibili con calcio di punizione più ammonizione dell’autore della scorrettezza, non è previsto nessun provvedimento disciplinare nel caso in cui venga concesso un calcio di rigore. Questo riporta uniformità ai provvedimenti, che possono essere riassunti secondo il seguente schema:
  • Chiara occasione da gol fuori area -> punizione + espulsione;
  • Chiara occasione da gol in area -> rigore + ammonizione;
  • Promettente azione d’attacco fuori area -> punizione + ammonizione;
  • Promettente azione d’attacco in area -> rigore.

In questo modo viene nuovamente diversificata la casistica all’interno dell’area di rigore, al contrario dello scorso anno in cui tutto si era appiattito su calcio di rigore più ammonizione. Una dimostrazione dell’applicazione delle nuove regole l’abbiamo avuta alla prima giornata, con la mancata ammonizione di Astori in occasione del rigore concesso all’Inter;

  • Viene poi puntualizzato che va espulso chi nega un’evidente occasione da rete a un avversario il cui movimento complessivo è verso la porta: questo perché, se un giocatore effettua una deviazione di traiettoria (per esempio per superare un avversario o il portiere), la chiara occasione da gol comunque permane.

Queste le principali modifiche introdotte, alcune di impatto immediato, altre solamente con lo scopo di “renderle presenti” nel regolamento, nell’ottica probabilmente di applicarle nel medio (o breve?) periodo in tutte le categorie.

VIDEO ASSISTANT REFEREES (VARs) EXPERIMENT 

In queste prime giornate, abbiamo già fatto ampiamente conoscenza con le prime applicazioni (e le prime polemiche, of course) di uno strumento che, se usato correttamente, può rivoluzionare il calcio per come è stato inteso finora. Il primo bilancio è stato senz’altro positivo, ha portato alla riduzione (non all’azzeramento, ovviamente) degli errori arbitrali e in generale delle “ingiustizie” che si vedevano settimanalmente sui campi del massimo campionato italiano. Anche i direttori di gara sembrano più sereni, sapendo che gli errori possono essere sanati quasi in tempo reale. Le controindicazioni al momento sono poche: allungamento dei tempi con conseguente confusione sull’assegnazione del recupero, polemiche ancora più accese nei casi in cui – pochissimi, in verità – le squadre ritengano che il supporto non sia stato utilizzato correttamente. Ma quali sono i casi in cui si può chiedere aiuto alla tecnologia VAR? E quali sono le direttive che stanno adottando i nostri arbitri al riguardo? Cercheremo di capirlo insieme.

LINEE GUIDA DELLA VAR

Nel documento divulgato dall’IFAB si sottolineano innanzitutto i tre principi cardine alla base di questo esperimento:

  1. Minima interferenza – massimo beneficio: questa deve essere la forza principale della VAR, la riduzione al minimo degli errori interferendo il meno possibile sulla fluidità dello svolgimento di una gara;
  2. La decisione presa è chiaramente errata?: altro concetto tanto scontato quanto basilare, la correzione può e deve avvenire solo in presenza di un errore evidente da parte del direttore di gara, i VAR non possono mettere bocca laddove può essere determinante la discrezionalità di un arbitro;
  3. Un unico protocollo – valido per tutti: ultimo principio, quello che sottolinea l’uniformità applicativa, che deve essere indipendente dalla singola gara o dal singolo campionato.

Principi fondamentali

  1. La VAR può essere utilizzata limitatamente a quattro tipologie di interventi: reti segnate, calci di rigore concessi (o non concessi), espulsioni dirette (non conseguenti a doppia ammonizione) e scambi di identità;
  2. La decisione finale sarà sempre e comunque dell’arbitro. Ovviamente nel caso in cui decida di perseverare nell’errore, si assumerà poi le sue responsabilità;
  3. I VARs (sono due, arbitro VAR e assistente VAR) sono ufficiali di gara al pari degli assistenti e del quarto uomo, pertanto il direttore di gara li deve considerare come tali;
  4. In tutti i casi, l’arbitro deve comunque prendere una decisione (anche il non fischiare è una decisione), con l’unica eccezione di situazioni che avvengono al di fuori del suo campo visivo e che per forza di cose non può valutare;
  5. Come già detto, la decisione presa viene cambiata solo se è considerata chiaramente errata;
  6. Solo l’arbitro può autorizzare una review, i due VAR possono “consigliarla”. Quando il consiglio è accettato, prima del cambio di decisione l’arbitro deve comunque fare il simbolo della review (come, ad esempio, nell’occasione del rigore concesso in Inter-Spal);
  7. Non c’è fretta, la precisione è più importante della velocità;
  8. Chi protesta facendo “il segno della TV” o entra nella Referee Review Area (RRA) deve essere ammonito;
  9. L’arbitro dovrà rimanere il più possibile in vista durante il processo di review per garantire maggiore trasparenza;
  10. Se il gioco continua, eventuali provvedimenti disciplinari presi dopo la decisione errata non saranno cancellati, con l’eccezione di ammonizioni per interruzione di promettenti azioni d’attacco o espulsioni per evidente occasione da gol;
  11. C’è un limite massimo entro cui si può tornare indietro, e precisamente fino al momento in cui la squadra entra in possesso del pallone per iniziare l’azione che poi porterà all’episodio per cui viene invocata la review;
  12. Il protocollo VAR è il più conforme possibile ai principi e alle regole del Gioco.

Come funziona la review

I VARs saranno posizionati nella Video Operating Room (VOR), con l’ausilio di un Replay Operator (RO), e da lì controlleranno automaticamente tutte le decisioni prese dal collega. Se non avranno nulla da obiettare, semplicemente non diranno nulla (in questi casi si parla di silent check).

Come detto prima, se i VARs individuano qualche errore consigliano all’arbitro di chiedere una review, dopodiché il direttore di gara si può semplicemente fidare del giudizio dei collaboratori oppure può decidere di rivedere l’azione con una on-fields review (OFR); questa, in teoria, dovrebbe essere utilizzata solo in caso di valutazioni che possono essere soggettive e non, quindi, per episodi come, ad esempio, un fuorigioco. Nel caso in cui l’arbitro intenda avviare una review ma il gioco è ancora in svolgimento, per farlo dovrà attendere che il pallone sia in una zona neutra, da dove nessuna delle due squadre può avviare un’azione d’attacco.

I VAR possono rivedere le immagini a velocità normale e in slow-motion, anche se quest’ultima modalità dovrebbe essere usata solamente per stabilire l’esatto punto di contatto nei casi di dentro/fuori; per valutare l’effettiva intensità di un fallo o la volontarietà di un fallo di mano, invece, va privilegiata la velocità normale. L’arbitro ha la facoltà di far prendere parte alla review anche agli altri ufficiali di gara (assistenti e quarto uomo).

Per quanto riguarda i casi di espulsione diretta causata dall’aver impedito una chiara occasione da rete, si può rivedere tutta l’azione a partire dal momento in cui la squadra si è impossessata dal pallone, per tutte le altre espulsioni si può rivedere soltanto il singolo episodio. Non è possibile, però, cambiare decisione su una ripresa di gioco (rimessa laterale, corner, ecc.), nemmeno se l’azione che porta alla review nasce da una ripresa di gioco “invertita”.

Va da sé (ma è sempre meglio specificarlo) che una gara non può essere invalidata se la VAR non ha funzionato e/o se non è stata utilizzata correttamente, cioè se sono state prese decisioni non corrette con l’ausilio della VAR.

Conclusioni

Nonostante il tempo e i mezzi spesi per rendere possibile questa innovazione, starà alle varie Federazioni formare i propri arbitri per utilizzare correttamente la tecnologia VAR, soprattutto negli episodi e nelle partite in cui sono più sotto pressione, con il solito scopo di migliorare la precisione delle decisioni prese senza perdere troppo tempo per le review. Sarà poi compito della KU Leuven, università belga con notevole esperienza nel settore, analizzare i vari dati e pubblicare i risultati dell’esperimento, che dovranno essere validati dalle università di Monaco di Baviera e Harvard.

L’IFAB si riserva comunque di prendere una decisione sulla validità della tecnologia VAR nel 2018 o al massimo nel 2019.

APPLICAZIONE DELLA VAR IN ITALIA

Ferma restando l’uniformità tanto invocata dalle linee guida IFAB, cerchiamo di capire tecnicamente come sarà applicata questa tecnologia in Italia.

Immagini utilizzate dai VAR

I due arbitri VAR avranno a disposizione le telecamera della regia unica della Lega Serie A, che dovranno essere di un numero almeno pari a 12, e tutte in alta definizione. Saranno posizionati, come detto, all’interno di uno spazio isolato, in modo da non essere influenzati da fattori esterni, e avranno solamente l’aiuto di due tecnici. Questi ultimi ovviamente sono indipendenti dalla Lega e appartengono alla stessa società che ha ricevuto l’appalto per la Goal Line Technology.

Le immagini sono trasmesse con una leggera differita (di 3-4 secondi) tra i due VAR, in modo da tenere sempre d’occhio la diretta anche quando c’è da segnalare qualcosa all’arbitro sul campo. Inoltre, per facilitare l’individuazione delle situazioni di fuorigioco, i due addizionali possono usufruire di un sistema di tracciamento di linee del campo. Tutte queste immagini possono essere fornite all’arbitro a bordo campo, mentre è ovviamente vietato trasmetterle sui maxi-schermi.

Direttive fornite ai fischietti italiani

Quest’ultimo paragrafo è del tutto soggettivo ed è dettato dalla semplice osservazione di come è stata applicata la VAR nelle prime settimane della sua esistenza. Come ogni strumento del tutto innovativo, servirà chiaramente del tempo per la taratura; andrà capito cioè, ma si potrà fare solo acquisendo esperienza, come usare questo strumento senza abusare del suo utilizzo.

Quello che si intravede finora è che si cercherà, presumibilmente, di utilizzare la VAR per modificare una decisione presa dall’arbitro principale solo se, come richiesto dall’IFAB, l’errore in questione sia lapalissiano, tale da falsare in modo inequivocabile il risultato della gara. Questo spiegherebbe perché un episodio come il contatto Skriniar-Perotti che, su 100, verrebbe punito col rigore tra le 95 e le 99 volte, non è stato portato all’attenzione dell’arbitro; perché quell’unica decisione diversa ha reso l’episodio non oggettivo, e quindi il VAR Orsato ha deciso, congiuntamente col suo collega AVAR, di non intervenire.

Al di là dei vari episodi da rigore sanzionati grazie alla VAR, il passo avanti principale è però la totale assenza (finora, ma non vedo come possa accadere il contrario) di gol viziati da fuorigioco assegnati o di calci di rigore assegnati con falli commessi fuori area (o viceversa). Gli arbitri dovranno essere ancora più bravi, in situazioni di questo tipo, soprattutto su episodi di fuorigioco al limite, a mordere lingua e fischietto e far comunque terminare l’azione prima di interrompere il gioco, altrimenti si rischia, come accaduto fortunatamente una sola volta (in Bologna-Torino alla prima giornata), di invalidare una rete per un fischio troppo precipitoso poi rivelatosi errato. Sicuramente, come in ogni periodo di rodaggio, sarà stato un errore di gioventù, e senz’altro fino a questo momento gli arbitri italiani, relativamente all’utilizzo della VAR, meritano una promozione piena.

(Autore: Pollofifo)