Inizio col dire che non credo al terzo posto e non ci ho mai creduto durante tutta la stagione.

Qualche leggero barlume di speranza c’è stato nella giornata della sconfitta della Roma a Genova contro la Samp e del pareggio casalingo del Napoli contro il Palermo, ma erano proprio fioche luci di aspettative troppo elevate per quella che è la realtà.

Ovviamente parlo della realtà vista dal sottoscritto.

L’attuale classifica ci vede al quarto posto a 8 punti dalla Roma e 6 dal Napoli, rispettivamente seconda e terza forza del nostro campionato.

Al netto di tutti i discorsi sulle nostre competitor in zona Europa League (siamo 5 squadre in 8 punti, dall’Atalanta a 48 come noi fino alla Fiorentina a 40), è proprio sulle squadre di Spalletti e Sarri che dovremmo fare la corsa, no?

E’ dal 2013/14 che Roma e Napoli concorrono assieme per i due posti in CL, con lo stop per i partenopei nel 2014/15 con Benitez e la qualificazione in Europa League a vantaggio della Lazio di Pioli.

Per il resto è da 4 anni pieni che queste due squadre competono per ottenere un posto nella massima competizione europea, segno di una crescita a cui noi dobbiamo ancora arrivare, dopo la nostra perdita di potere avvenuta nel 2011 e mai più ripresa.

In primis è proprio questo il nostro limite maggiore: siamo lontani anche da Napoli e Roma come costruzione di squadra e capacità di lottare. Certo, magari mi direte che la stiamo pian piano recuperando, ma proprio per questo dico che non siamo ancora pronti per arrivare a certi livelli e contemporaneamente però spero di esserlo già dal prossimo anno.

Parlo, quindi, anche in termini di costruzione della rosa: la nostra è, a parer mio, di molto inferiore a quella delle squadre che ci precedono, soprattutto nella valutazione delle riserve su cui dobbiamo appoggiarci nei momenti di emergenza o da inserire a partita in corso con l’obiettivo di cambiare il risultato.

Ad oggi le prime riserve in attacco sono Palacio ed Eder, due che per motivi diversi non possono avere questo ruolo in una squadra che punta ai primi tre posti. E il bello è che sono anche le prime riserve sugli esterni d’attacco.

Idem in difesa: se come centrali ci stiamo arrabattando tra Miranda, Medel e Murillo, non dimentichiamo che la prima riserva è Andreolli ma soprattutto che Pioli sta trasformando la squadra inserendo i primi tre sempre titolari per dare forse più equilibrio ma anche per rinunciare ad un terzino, altro ruolo deficitario all’interno della rosa.

A centrocampo le scelte potrebbero essere più ampie (Gagliardini, Kondogbia, Brozovic, Joao Mario e Banega tendenzialmente per tre posti) ma in questo reparto l’obiettivo sarà quello di inserire almeno un titolare molto molto forte al posto di uno di questi.

Insomma, non abbiamo secondo me le forze e gli effettivi, in termini numerici e qualitativi, per provare l’aggancio alla zona Champions.

Scritto della rosa, non avendo le fette di prosciutto sugli occhi dico anche che ovviamente una delle mancanze più importanti dell’attuale Inter è quella in termini di punti: tanti, troppi punti persi nelle prime giornate con De Boer per poter credere ad una rimonta che avrebbe a questo punto i crismi del miracolo.

Avete presente l’ottima striscia di risultati dell’Inter di Pioli, no?

Bene, dall’arrivo dell’ex Bologna e Lazio, abbiamo totalizzato 31 punti in 13 partite. Sono tanti, tantissimi, almeno per chi come noi era abituato a qualche inciampo di troppo.

Eppure in questo lasso di tempo abbiamo fatto un solo punto in più della Roma e ben 2 in meno del Napoli.

Noi corriamo ma questi non si fermano mai.

Questo per farci capire quanto la nostra ottima corsa in campionato in termini di punti stia poi pesando poco in ottica Champions League: le grandi davanti a noi vincono quasi sempre ed è troppo difficile, in queste condizioni, aspettarsi tanti passi falsi oltre ai due scontri diretti che oggi come oggi sei costretto assolutamente a vincere.

Nelle ultime 13 partite sia l’Inter, sia la Roma, sia il Napoli giocheranno 6 volte contro squadre attualmente nelle prime 8 in classifica. Quindi il calendario da oggi alla fine, purtroppo per noi, è equilibrato, almeno sulla carta.

Dico purtroppo per noi perché invece dovremmo sperare in qualche défaillance delle altre mentre noi dovremo continuare a macinare vittorie. E alla lunga questa situazione stanca.

E mentre Roma e Napoli appaiono solide in casa e in trasferta, noi invece fuori da San Siro dobbiamo migliorare le nostre performance.

Ci attendono ben 7 trasferte di cui una a Firenze e una a Roma con la Lazio.

Onestamente la Roma ha tutto dalla sua parte per arrivare serenamente in CL: in casa ha sempre vinto (altro dato incredibile) come la Juventus capolista, fuori casa ha una media di 1,5 punti a partita, mentre la nostra è di 1,46. Quindi la distanza di 8 punti con la Roma ce la siamo giocata praticamente nelle partite a San Siro (noi 2,4 di media).

Il Napoli ha 2,3 punti a partita di media al San Paolo e 2 fuori.

Un andamento più costante, praticamente pari a noi in casa ma molto migliore fuori.

L’unica potenzialmente aggredibile è però proprio la squadra di Sarri: non tanto per le polemiche post-Real Madrid (ricordo ancora quando lo scorso anno ridevamo della polemica Spalletti-Totti pensando ad un nostro vantaggio per la classifica e invece…) ma esclusivamente perché la distanza in classifica è di “soli” 6 punti e avendo lo scontro diretto in casa si può sperare in qualche punto perso dai partenopei.

Se dovessimo mantenere la loro stessa media punti in queste giornate, gli unici snodi potenziali potrebbero essere quelli tra la 26° (la prossima) e la 27a giornata (Atalanta al San Paolo e trasferta proprio contro la Roma, mentre noi in casa con la Roma e poi a Cagliari) o tra la 30a e 31a giornata quando Sarri se la vedrà contro la Juve tra le mura amiche e poi all’Olimpico contro la Lazio.

Guardate, ho anche fatto discorsi lontanissimi dal mio modo di pensare (tabelle, proiezioni, …) volendomi avventurare in qualcosa di più razionale possibile per tentare di capire l’attuale realtà della corsa Champions.

Ma pure questi dati confermano il mio pensiero: solo una sorta di miracolo sportivo ci potrebbe portare al terzo posto, miracolo supportato da una nostra costanza assurda in termini di punti ma che da sola potrebbe anche non bastare.

Dovremmo sperare in un crollo del Napoli in stile annata di Benitez (14/15) quando dal terzo posto della 26a giornata (e giocavano proprio contro di noi…) iniziarono un declino che li portò al quinto posto finale.

Ma erano un’altra squadra e avevano un altro allenatore. Tutto diverso.

Insomma, vi piace questa bella dose massiccia di razionalità?

Beh, non è tutto così drammaticamente e oggettivamente cupo dai.

Dobbiamo già essere soddisfatti della crescita in termini di classifica della squadra e del fatto che noi tutti speriamo che dal prossimo anno, almeno per il posto in Champions League, tutti questi discorsi di rincorse e affanni vari saranno gli altri a farli, leggendoci la targa.

Zhang, aiutaci tu. Abbiamo tutti bisogno di sentire la musichetta.

Non so se si è capito.