Questa mattina sulla prima pagina della Gazzetta dello Sport campeggia l’immagine di Keita legata al nostro nome:

Sempre ovviamente in prestito con diritto di riscatto, l’ex Lazio arriverebbe “finalmente” alla corte di mister Spalletti dopo tutto il corteggiamento della scorsa estate, finito poi in una bolla di sapone dato che alla fine l’operazione si chiuse con il Monaco.

Monaco con il quale ha giocato 34 partite in con 8 gol e 11 assist stagionali, perdendo l’ultima parte del campionato per un infortunio alla coscia. Sa giocare su entrambe le fasce, diventerebbe anche il ricambio di Perisic, una pedina che ci manca da tempo.

Questi i ruoli in cui si è visto nel Principato, confermando la sua duttilità:

Oltre al prestito si vocifera di un possibile scambio con Candreva, Dalbert o Joao Mario, operazione a cui, se a titolo definitivo, credo poco. Ma con il Monaco mai dire mai.

L’obiettivo sarebbe quello di regalare al mister un attacco diverso rispetto a quello risicato dello scorso anno, con qualche freccia in più nella nostra faretra: Icardi, Lautaro, Perisic, Politano, Keita, Candreva e Karamoh. Fin troppa abbondanza se pensiamo al reparto anemico avuto fino alla scorsa stagione.

Difatti credo che, se davvero l’operazione Keita dovesse andare a buon fine, proveranno a cedere qualcuno. Da capire chi, perché Karamoh magari riusciremmo a piazzarlo per mandarlo a giocare mentre non è certo facile imbastire trattative per il cartellino di Candreva.

Nel frattempo va avanti la telenovela Modric, ipotesi assurda solo a pensarla fino a qualche settimana fa; in attesa dell’incontro tra il croato e Perez, l’Inter resta in standby pur avendo preparato l’offerta economica al giocatore: quasi 10 milioni a stagione per 4 anni con la promessa di altri 2 anni al Jiangsu.

Razionalizzando, tutto mi sembra tranne che un’offerta da Inter targata Suning e ancora sotto la minaccia del FFP, per questo motivo resto ancora molto scettico sulla realizzazione dell’affare, roba che invece, se andasse in porto, potrebbe potenzialmente far cambiare il nostro mondo nerazzurro per come l’abbiamo conosciuto dal 2010 in poi.