Mi affaccio su una finale con sentimenti ambivalenti e con la netta sensazione che la prenderemo in quel posto. Non è questione di formazioni, ma più che altro di qabalah e karma. Invece i ragazzi mi stupiscono infilando un gol della madonna con Nick-tornato-dinamite Barella che si inventa finalmente un tiraggir’ di un certo livello. Spero di non rivedere la partita di Bologna, perché la reazione gobba è veemente e Dybala quasi ci infila due volte, mentre noi sprechiamo l’impossibile con un Brozovic francobollato dallo stesso figlio del reich (Paulo per gli amici) e una coppia Dzeko-Lautaro che non ne azzecca una.

La baracca viene tenuta in piedi in qualche modo per tutto il primo tempo e Allegri (che ricordo chiuderà la stagione con meno tituli di Pirlo) ha anche il culo di dover togliere un difensore per mettere Morata che con noi gioca sempre partite maiuscole. Infatti l’inizio del secondo tempo è un monologo bianconero e a furia di non mettervi riparo Limone spreca il grande vantaggio subendo due gol incredibili: prima un tiro pseudo deviato da Morata che spiazza Handa poi un contropiede pazzesco di Vlahovic che centra Handanovic in faccia ma poi si ritrova la palla esattamente sul piede per fare il 2-1. A parti invertite non sarebbe successo manco se la palla fosse stata telecomandata da Polifemo in persona.

Limone non cambia nulla e spera che succeda qualcosa. Quello che succede è che Allegri è un cagone tanto quanto e si mette a difendere il risultato come non ci fosse un domani arretrando la squadra di 20 metri (vi ricorda qualcosa?). Allora Limone fa il suo triplo cambio (giusto per una volta!) e finalmente Lautaro fa una cosa, cioè si fa trovare in area piccola con De Ligt che fa la sua cazzata quotidiana obbligando Valeri ad assegnarci un agognato rigore: per fortuna il pallone lo prende Calha e spacca la porta infilandolo sotto il 7. Sarebbe il momento di ammazzare il match e ci sarebbe pure tempo, ma Limone fa i cambi all’89esimo per perdere tempo (impazzisco e non commento oltre). Il vero lampo di lucidità ce l’ha quando non toglie Perisic come ha fatto nel derby e andiamo ai tempi supplementari.

Nel primo tempo supplementare De Ligt – differentemente da Paganini – si ripete stendendo De Vrij: doppio rigore e Perisic si va a prendere il premio come uomo del match calciandolo perfettamente e dandoci il vantaggio. Pochi minuti e il croato si inventa un gol pazzesco di sinistro all’incrocio dei pali. Partita in ghiaccio che potrebbe anche diventare goleada se davanti non avessimo quella vescia di Correa (che subentrato a uno spento Lautaro non ha fatto niente di niente in campo fino a farmi dubitare persino di averlo visto giocare).

Alla fine arrivano i 120 minuti e un inaspettato secondo titolo conquistato da uno specialista delle coppette (che fanno comunque curriculum) e dell’inchiappettamento della Vecchia Signora di Merda. Incassiamo l’ottava Coppa Italia e ce la godiamo sperando nel soma o qualche cosa di simile per la partita di domenica. Forza INTER!