– “Ehi! Cos’è quello?”

– “Shhh”

– “Dai su, fammi vedere, dai…”

– “Aspe’, fammi togliere un po’ di polvere e lucidare la carrozzeria!”

– “Ma è quello che penso io?”

– “Ovvio! È il carro di Lautaro, lo avevo messo in garage che con tutte le bestemmie che mi ha fatto tirare quest’anno rischiavo di dargli fuoco in un momento di rabbia…”

Io posso sicuramente fregiarmi (con testimoni) di aver fatto e disfatto il carro di Lautaro più e più volte, mannaggia il suo pantheon. Dopo tanti insulti stasera devo rendergli merito e consegnargli la palma di Matador per acclamazione: il goal al minuto 4 che mette in discesa il match è un golasso à la Toro, calciato forte e senza pensarci troppo, di quelli che in un derby ti fanno godere come un pazzo.

La formazione iniziale è quella che avrei schierato pure io, soprattutto per la scelta delle punte (meno male che Polifemo ha imposto a Inzaghi di piantarla con Dzeko-Lautaro che non si parlano manco negli spogliatoi). E infatti paga: nonostante l’evanescenza di Correa, il tandem funziona meglio e la trama di passaggi a centrocampo premia spesso i terzini-ala e i nerazzurri. I primi 15-20 minuti gli facciamo un culo a strisce (e se Barella e Calhanoglu montano dritti i piedi magari segneremmo pure un altro gol), poi loro iniziano ad attaccare con grande foga come nel loro stile, ma senza pungere se non grazie alla solita incertezza di Handanovic che questi ci costa il fico (a dire il vero partita più che sufficiente dello sloveno). Poi Lautaro li punisce su una ripartenza perfetta con addirittura un assist bellissimo di Correa (incredibile!) e finalmente un cazzo di scavetto (anziché un tiro dritto sul portiere come ha fatto per 2 mesi).

Come era prevedibile il secondo tempo vede entrare i cugini in campo con ottanta giocatori offensivi premendo per recuperare in parte lo svantaggio. Noi iniziamo ad arrancare schiacciandoci troppo e i centrocampisti sembrano un po’ in affanno. A furia di dare loro chance la picchiano anche dentro con un tiro che passa in mezzo a 100 gambe e finisce in fondo al sacco: Mariani incredibilmente annulla il gol per fuorigioco attivo (che c’è, a scanso di equivoci, senza contare il fallo con cui parte l’azione su Lautaro bellamente ignorato, ndn) di Kalulu. Per grande onestà dico che se lo annullano a me bestemmio per 6 mesi.  E per questo godo il doppio.

Il gol annullato ci sveglia, e sveglia pure Inzaghi che cambia le due punte e un centrocampista per darci un po’ di corsa. Riprendendo la partita con calma troviamo la ripartenza giusta con Vidal che appoggia a Brozo: il matto alza la testa e la mette in mezzo all’area piccola per Gosens che si butta a pesce e induce Tomori all’intervento alla disperata: terzo gol (non me ne frega una mazza che sia di Tomori o di Gosens) e partita in ghiaccio. E se fossimo un po’ più stronzi potremmo pure arrotondare, ma preferiamo controllare la palla e portare a casa ossa e finale.

Finalmente quest’anno una serata di derby da godere anziché da rosicare. Risarcimento per i due precedenti. E fanculo tutto il resto.

PS: Lautaro, caro, se l’effetto di avere qui mamma e papà è questo, facciamo che restano fino a fine maggio? Dai su, pagagli sto cazzo di albergo per restare nella metropoli e non rompere i coglioni.