Le partite di venerdì sera sono la merda. Sono sempre una cazzo di ansia che non si leva di dosso. Faccio fatica a viverle con serenità, sin dai tempi di un mitologico Catania-Inter in cui Muntari riuscì a fare il record del mondo di demenza collezionando 2 gialli e rigore procurato nel giro di un minuto dal suo ingresso in campo. Il venerdì sera alle 19:00 poi è una roba che solo a quei deficienti della Lega Serie A poteva venire in mente (a proposito grazie per non aver ancora programmato le prossime giornate, tranquilli, non è che la gente deve organizzarsi la vita).

Limone non fa turnover, giustamente, dato che se vuoi giocarti le tue chance devi mettere sempre i migliori che hai senza tante paturnie. La squadra risponde abbastanza bene anche se si vede che gioca con il freno a mano tirato dell’ansia. Per fortuna lo Spezia è poca roba e non ne approfitta, mentre noi segniamo con una lecca dal limite di Brozo imbeccato da Mimmo 5 cm in gioco rispetto alla spalla del difensore (miracolo che non sia stato il contrario). Ma il primo tempo è quasi tutto nell’azione del gol.

Al rientro dagli spogliatoi i liguri partono a cannone e noi li subiamo, ma riusciamo a non prendere gol. In compenso dopo aver sbagliato dei gol impossibili (in particolare Cavallo Pazzo spara alto una palla a mezzo metro dalla linea di porta che neanche Gagliardini avrebbe sbagliato anche se può sembrare un’iperbole eccessiva la mia)  segnamo con un tocco tra l’assurdo e il casuale di Lautaro. Seguono minuti e minuti in cui ci mangiamo altri gol, fino al gol dello Spezia che potrebbe riaprire i giochi: nei minuti successivi potremmo fare almeno 3 gol ma li sbagliamo clamorosamente, mentre alla fine al 93esimo insacchiamo la rete della tranquillità. L’Inter spiegata bene in sintesi.

Portiamo a casa 3 punti che al momento sono l’unica cosa che conta. La strada mi pare però ancora molto molto lunga.