Arriviamo a giocare contro una delle squadre più penose della Serie A (e noi ne sappiamo qualcosa dato che è praticamente il nostro immondezzaio) con la possibilità di sorpassare i cugini e andare in vetta alla classifica (temporaneamente). Nell’ordine del tifo interista avremmo steccato e bestemmiato tutta la sera…. Invece no: times are a-changin’ e inaspettatamente dominiamo il match e liquidiamo il Casteddu con un inequivocabile 4-0. Non solo, ma giochiamo pure un bel calcio, roba che mi vengono le lacrime agli occhi al solo scriverlo.

Nonostante questo c’è bisogno di un piccolo aiutino anche sta sera: no, non parlo dell’aiuto di Peppino dall’oltretomba (emblema di interismo totale), ma della immortale regola dell’insulto incisa nel granito del tifoso interista. Stasera ci ho dovuto dare dentro: ho passato tutto la prima parte del primo tempo a insultare un indolente e mai deciso al punto giusto Lautaro, fino a che ha segnato, complice anche il fatto che Calhanoglu ha smesso di battere corner corti nonostante l’insistenza del Viejo Maravilla e ha pensato bene di buttarli tutti per bene in mezzo all’area fino a quando… Gol!

Poi sono passato a insultare il secondo più meritevole: il calciatore con il deambulatore, direttametne dal Chile, El Viejo Maravilla. Tutto ciò senza disdegnare la caterva di insulti per Lautaro sul rigore cannato (chissà quanto ci vorrà per capire che questo equivoco ci potrebbe costare carissimo) e una buona dose di complimenti per tutto il centrocampo e per l’insetto stecco olandese in grande serata.

Manco a dirlo il secondo gol è proprio di Alexis che dopo averne sbagliati di ogni tipo e foggia, fa quello più difficile con una girata al volo senza paura. E Lautaro per compensare gli insulti fa anche il quarto. In mezzo un gol da cineteca del turco in un momento in cui potrebbe riuscirgli qualsiasi cosa (fase che dobbiamo goderci finché dua e sperare che duri fino a metà gennaio almeno). Riusciamo addirittura nell’impresa di non segnare il quinto gol che ci condannerebbe alla vendetta del karma, ma a goderci gli ultimi 30 minuti di partita senza patemi come è giusto che sia contro quella squadra scarsa che è il Cagliari.

L’Inter gioca bene. Sarà un caso che dopo anni abbiamo tre centrocampisti che danno del tu al pallone e non una pletora di mediocampisti scriteriati. Ma sarà anche merito dell’allenatore, bisogna essere onesti, perché i movimenti senza palla non te li insegnano di notte, ma solo con il lavoro che fai nel preparare le partite e i giocatori. Siamo in fiducia e dopo parecchi anni godiamoci questa sensazione, senza dimenticarci il profluvio di insulti che tanto fa bene ai nostri risultati. Odiare sempre, odiare ancora.