Sulla carta e per un osservatore esterno Roma-Inter era una partita tra una squadra con molti infortunati e indisponibili, allenata da un ex grande mister sulla via del prepensionamento, e una squadra lanciata, reduce da molti risultati positivi, con determinate lacune ma più che sufficiente per giocarsela in A. Il risultato poteva apparire scontato, ma gli interisti sanno che i match con la Roma sono sempre da tripla. Quello che non ci aspettavamo è che fosse un match da tripla libidine e non da 1X2.

Nonostante siano stati meno strombazzati di quelli giallorossi, i problemi di formazione dell’Inter non sono meno importanti: i due centrali perno (sia il titolare olandese che la riserva italiana) sono infortunati, il terzino destro titolare pure, il centravanti che ha tirato avanti la baracca pur essendo un anziano ha qualche problema di tenuta, e pure il centrale di sinistra rivelazione dell’anno scorso e uno degli italiani presenti nella top 30 del Pallone d’oro non attraversano un periodo di forma particolarmente brillante.

Questi i motivi per cui per 15 minuti sembra esserci partita: finisce tutto quando Calhanoglu veste i panni del Chino Recoba e la infila da calcio d’angolo (non mi ricordo manco più quando è stata l’ultima volta che ho visto una roba così in diretta in nerazzurro) direttamente in mezzo alle gambe di Rui Patricio (una roba che se la fa Handanovic lo impicco in sala mensa con il suo scroto). Da quel momento i nerazzurri salgono in cattedra e nel giro della restante mezz’ora confezionano un’azione dopo l’altra di passaggi e palleggi come non se ne vedevano da tempo, fino a culminare con uno splendido gol di Dzeko e un gol di testa pazzesco di Cavallo Pazzo Dumfries su cross al bacio di Bastoni: io reagisco con misura correndo per tutta casa gridando “Cavallo Pazzoooooooooooo!”. Non solo tripla libidine, tripla libidine coi fiocchi!

Il secondo tempo è pura accademia, controllo del gioco e qualche brivido per dare soddisfazione al pubblico pagante che si accontenta degli omaggi dei telecronisti ai loro cori mentre la loro squadra prende imbelle tre fichi in casa da una rivale storica. Contenti loro, contenti noi, soprattutto  per la prova di maturità. E’ chiaro che dopodomani saranno di nuovo tutti sotto esame, ma è innegabile che la squadra sia in fiducia e giochi un bel calcio che merita di essere visto. Considerate le premesse del mercato estivo direi che ci si può accontentare di godere senza porsi troppe domande.