Se uno leggesse le cronache live che si trovano in giro avrebbe l’impressione di una partita aperta in cui lo Spezia ha meritato qualcosa, mentre l’unica cosa che ha meritato sarebbero gli insulti dei propri tifosi per l’ignavi dimostrata in campo, tifosi che però in quanto spezzini non combineranno un cazzo di niente. D’altrone è la squadra che un tempo fu di Ernesto Paolillo, l’inventore targato Moratti di quella cagata pazzesca del FPF, nonché noto menagramo annidato nel CDA Inter dei tempi che furono.

Invece è un match a senso unico in cui scherziamo con i liguri come il gatto con il topo: tirare ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-taaaaa, parare ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-taaaaa, corner ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-taaaaa, tirare ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-taaaaa, goal ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-taaaaa, botta di culo ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-ta-ta-ra-ta-ta-taaaaa, ecc. ecc. Un bellissimo momento gioca jouer alla nerazzurra interrotto solo dalle mie bestemmie in direzione di Gagliardini (la regola dell’insulto=goal non tradisce mai) e di quel fantasma puzzolente di sCorrea.

Per fortuna nonostante il freddo Brozo, Calha e Lautaro fanno una gran partita e bastano loro tre per confezionare due gol e rischiare di farne altrettanti senza proprio pensarci due volte (non fosse per l’ennesimo portiere che porta a casa il premio “Jaschin per una notte” uscendo da San Siro). Devo dire che è raro uscire al 90esimo dallo stadio senza ansia e essendomi goduto la partita: o sto diventando vecchio, oppure gioca jouer!