Dopo le prestazioni degli ultimi match mi aspettavo un calo, ma un calo gestibile contro una delle squadre che mi stanno meno antipatiche in Serie A, ma che alla fine è ben poca roba. Limone dimostra di fidarsi a tal punto delle riserve che dopo aver spremuto i titolari in due partite intense e decisive… decide di schierarli tutti di nuovo, anche quelli che palesemente non si reggono in piedi (Nick Dynamite e il cigno Edin per dire i primi che mi vengono in mente).

La partita non ha molto senso descriverla perché gioca una sola squadra, l’Inter; purtroppo manca di lucidità e anche di un minimo di culo, così trascina i piedi non riuscendo a insaccare fino al gol (ennesimo) di Calhaoglu che si rivelerà di fatto determinante dato che dopo sprecheremo occasioni e contropiedi come non ci fosse un domani. Il Venezia ha un paio di sussulti, ma non fa manco un tiro in porta.

È pià interessante vedere la prestazione dei singoli, in particolare dei non titolari, perché sarebbero loro che dovrebbero farsi carico di questi match da legionari: Di Marco gioca una partita decente almeno fino a quando gli regge la gamba, anche se spreca malamete il gol del 2-0 da posizione ottima; Correa gioca una delle sue migliori partite da quando è all’Inter e anche così è una partita “né carne né pesce la mia angoscia non decresce”; ma le “buone” notizie si fermano qui.

Vecino e Gagliardini entrati per far rifiatare i centrocampisti sono una roba inguardabile: il primo si proietta molto in avanti ma sbaglia quasi tutte le decisioni essenziali, e quando fa quelle giuste è in realtà radiocomandato da Brozo che non so come non gli ha ancora spaccato i denti; il secondo è sempre il solito pollo sgozzato ma nella partita di oggi fa meno danni del solito.

Sugli esterni entrano Mimmo (che fa il compitino) e Insetto Stecco Pazzo Dumfries, che sulla carta dovrebbe poter giocare titolare queste partite e spaccare pure: invece entra in campo e, se è vero che in proiezione offensiva si trova spesso nel posto giusto (per poi cannare il tiro o l’assist malamente), quello che stupisce è la scarsa reattività, come se giocasse con due bidoni di ghisa legati alle caviglie. Sarà Dalbert o sarà Pereira? Ai posteri l’ardua sentenza (nel senso che io ci lascio le penne se non la smettono di farmi soffrire fino al 90esimo anche contro il cazzo di Venezia).

È emblematico Limone che si gira per decidere chi fare entrare in campo, indica tre giocatori a caso e poi si gira bestemmiando tutti i santi. Si vede che la nostra panchina non fa vomitare solo noi. Gli ultimi 10 con in campo 5 pachinari sono una vera sofferenza anche se non foriera di alcun dolore, grazie alla scarsezza dei lagunari e al rigore segnato da Lautaro (avrei fatto volentieri a cambio tra questo penalty e quello del derby, ma la seconda legge della termodinamica mi impedisce di porre rimedio alla cosa).

Alla fine di questa partita contavano poche cose: i 3 punti, la maglia del Venezia (che purtroppo esibisce in serata un’inguardabile maglia rossoblu), lo stadio del Venezia (avrei voluto tanto fare questa trasferta, magari in Primavera, ma siccome i lagunari tornano in B senza passare dal via direi che l’occasione è andata). Come si può notare soffrendo e godendo come solo gli interisti sanno fare, la più importante l’abbiamo portata a casa.